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HomePolitica La crisi del centrodestra con vista sulle politiche. Salvini dice no al Pd

La crisi del centrodestra
con vista sulle politiche
Salvini:«Primarie o da soli»

Il segretario della Lega:

«Nessun accordo con il Pd»

di Davide Di Bello17 Gennaio 2017
17 Gennaio 2017

Il segretario della Lega Nord Matteo Salvini (D) con Silvio Berlusconi sul palco allestito in Piazza Maggiore a Bologna, 8 novembre 2015. NSA/GIORGIO BENVENUTI

In vista delle prossime elezioni il centrodestra si trova di nuovamente al bivio: tentare di far coesistere le varie sensibilità politiche interne alla propria area politica o correre ognuno per sé. Trovare un punto di approdo che riunisca le due anime della coalizione e faccia da collante e sintesi tra posizioni divergenti, anche su argomenti spinosi come l’Europa o l’immigrazione, non sembra per nulla semplice.

In un’intervista rilasciata a La Stampa il segretario leghista Matteo Salvini ha parlato in modo perentorio: «Non farò parte di un accordo Renzi-Berlusconi. il centrodestra così è finito, siamo pronti a correre da soli». E ancora: «Berlusconi ha cambiato l’Italia negli ultimi 25 anni, ma non è leader per diritto divino. Il leader lo decideranno le primarie».

La crisi parte da lontano, da quando nel 2013 venne abbandonata la prospettiva di un partito a vocazione maggioritaria e successivamente con il cambio di nome e il ritorno a “Forza Italia”. La bomba è deflagrata quando, in seguito alla sentenza del tribunale di Milano e alla decadenza da senatore, Berlusconi toglieva la fiducia al governo Letta da lui stesso promosso, da cui è scaturita la scissione e la nascita del Nuovo Centrodestra guidato da Angelino Alfano.

Da quel momento il centrodestra non è più stata la forza politica che era arrivata ad attrarre fino al 30% dei consensi; per Forza Italia è stato un continuo valzer di incoerenza, tra le posizioni più radicali della Lega da un lato e le larghe intese col Pd di Renzi dall’altro, di cui il Nazareno ne era la perfetta espressione. La crisi è poi proseguita anche nelle amministrative. Roma il caso più lampante, dove i candidati del centrodestra erano addirittura quattro: Meloni, Bertolaso, Marchini e Storace, e non arrivarono neanche al ballottaggio.

Ora Berlusconi si è detto pronto per riscendere in campo nella prossima campagna per le politiche: l’ex cavaliere spera nella Corte di Strasburgo o nella scadenza degli effetti della legge Severino per rientrare in gioco. Salvini dal canto suo però non fa sconti: «Non è che aspettiamo Berlusconi. Trump ha vinto con lo stesso programma della Lega. Berlusconi parla di centro liberale, cattolico e moderato. In pratica la Merkel.» In attesa di un’intesa tra i partiti sulla prossima legge elettorale, quella su un programma condiviso di centrodestra sembra sempre più distante.

 

 

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