STRASBURGO – La Corte europea dei diritti umani ha condannato l’Italia per aver violato il diritto alla vita di un uomo, indicato con le iniziali “C.C”, che morì per overdose mentre era in stato di arresto in Questura a Milano nel 2001. L’Italia ora dovrà pagare 30mila euro per danni morali alla madre, la compagna e la figlia della vittima, che avevano fatto ricorso alla Corte di Strasburgo il 23 dicembre 2011.
I poliziotti avevano arrestato l’uomo poiché sospettato di reati legati al traffico di droga. Secondo quanto stabilito, gli stessi poliziotti non hanno preso tutte le precauzioni che si possono ritenere necessarie per ridurre il rischio che il sospettato potesse morire a causa di un’overdose mentre era sotto la loro custodia. All’epoca dei fatti, il pubblico ministero aprì un’indagine preliminare sul decesso. Tuttavia, dalle prove raccolte non emersero elementi che potessero collegare la morte dell’uomo a eventi esterni commessi da terzi.