BRUXELLES – La Corte di Giustizia dell’Ue, pur confermando la maggior parte delle valutazioni della Commissione europea, ha annullato la decisione con cui l’esecutivo aveva inflitto un’ammenda di quasi 1,5 miliardi di euro a Google. Il provvedimento era in gran parte legato alla piattaforma pubblicitaria AdSense.
Secondo i giudici non si è “tenuto conto dell’insieme delle circostanze pertinenti nella valutazione della durata delle clausole contrattuali che aveva qualificato come abusive”.
La piattaforma AdSense è gestita da Google dal 2003 e fornisce servizi di intermediazione pubblicitaria agli editori di siti web con motori di ricerca integrati. Nell’indagine dell’antitrust di Bruxelles, tuttavia, alcune clausole contrattuali di questo servizio – modificate da Google nel 2016 – erano state ritenute troppo stringenti e lesive della concorrenza. Tuttavia, secondo la Corte di Giustizia quella dell’Antitrust Ue è una valutazione errata che non tiene conto delle condizioni del mercato all’epoca dei fatti contestati. Inoltre l’organismo di controllo non avrebbe dimostrato in modo sufficiente l’abuso di posizione dominante e che esse fossero idonee a dissuadere gli editori dell’approvvigionarsi presso gli intermediari concorrenti del colosso della Silicon Valley.