ROMA – La procura generale della Cassazione ha chiesto al tribunale di sorveglianza di Roma di rivedere la decisione sul 41bis all’anarchico Alfredo Cospito in vista dell’udienza del 24 febbraio. Quel giorno, infatti, la Cassazione dovrà decidere sul ricorso presentato dalla difesa dell’anarchico contro la volontà del tribunale di sorveglianza di Roma di confermargli il regime del carcere duro. Essere, o essere stato, il leader di gruppi anarchici, essere riconosciuto come punto di riferimento per i suoi scritti o le condanne passate non sono ragioni sufficienti per mantenere Alfredo Cospito al 41-bis. Per farlo è necessario dimostrare e provare l’attuale legame con il mondo anarco-insurrezionalista. Questo, in sintesi, il ragionamento del procuratore generale della Cassazione, Pietro Gaeta, che nella requisitoria depositata martedì scorso, in vista dell’attesa camera di consiglio, ha chiesto di revocare il regime di carcere duro per l’anarchico e rinviare ad un nuovo esame.
Il 9 febbraio il ministro della giustizia Carlo Nordio aveva detto sì al carcere duro ma il giorno prima il sostituto procuratore della Corte, Pietro Gaeta, aveva depositato l’atto che “libera” Cospito dal 41bis. Secondo Gaeta, i giudici hanno sbagliato e devono riconsiderare la loro decisione di prorogarlo per altri quattro anni. Perché il 41bis rimanga in vigore occorre una base fattuale che non è stata riscontrata nell’ordinanza del tribunale di sorveglianza sull’anarchico. L’ipotesi di un annullamento con rinvio del 41bis pare diventare sempre più probabile.
Cospito è stato intanto trasferito dal centro clinico del carcere di Opera al reparto di medicina penitenziaria dell’ospedale San Paolo di Milano. Le sue condizioni di salute, come riferito dal suo medico Andrea Crosignani, sono ormai al limite con un rischio “di edema cerebrale e aritmie cardiache potenzialmente fatali”.
Mercoledì 15 febbraio il ministro della giustizia Carlo Nordio dovrà riferire alla Camera sul caso Delmastro. Il sottosegretario alla giustizia Andrea Delmastro ha divulgato informazioni riservate contenute nei documenti del Gom (Gruppo Operativo Mobile della polizia penitenziaria).