FRANCOFORTE – Aleggia preoccupazione alla Frankfurt Euro Finance Week. A destare l’allarme sono le dichiarazioni del vicepresidente della Banca centrale europea, Luis de Guindos. Per l’economista spagnolo il timore non è da ricercare nell’inflazione, bensì nella crescita economica: “L’attività economica è stata più debole del previsto: abbiamo rivisto al ribasso le nostre proiezioni due volte, prima dell’estate e a settembre”.
Tra le cause riscontrate da De Guindos ci sono le incertezze del sistema geopolitico attuale. Le tensioni belliche a livello globale potrebbero, infatti, peggiorare le già esistenti tensioni commerciali globali. Nella prospettiva dell’area dell’euro, De Guindos ha riscontrato le maggiori vulnerabilità nei deficit preesistenti in molti paesi e nel rischio di credito che “potrebbe influire sulla qualità degli asset di banche e non banche”.
A preoccupare la Bce è anche la possibilità degli Stati Uniti di applicare nuovi dazi ai prodotti europei. Una prospettiva che teme anche Yannis Stournaras, membro del Consiglio direttivo della Banca Centrale Europea. Presenziando all’evento Bloomberg di lunedì, il banchista greco si è rivolto direttamente agli Stati Uniti in merito alla questione dazi. “Se posso dare un consiglio: non fatelo. Nel medio termine ci sarebbero sia recessione che deflazione”, ha detto Stournaras.
Sulle politiche della Bce si è espresso questa mattina anche il governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta. Durante la sua lezione all’Università Bocconi, Panetta ha definito come troppo restrittive, le politiche monetarie della Banca europea. Abbiamo bisogno di normalizzare la nostra politica monetaria e muoverci verso un territorio ‘neutrale’ o anche espansivo”, ha detto il banchiere italiano.