Alzato di 500 miliardi di euro il tetto di acquisti di debito, di cui 80 saranno per l’Italia. È quanto ci si aspetta dal consiglio direttivo della Banca centrale europea (Bce), dove la presidente, Christine Lagarde, metterà in campo le misure in materia di potenziamento del programma di acquisto di debito per l’emergenza pandemica, e le relative tempistiche. Si stima, infatti, che il Pepp (Pandemic emergency purchase programme) verrà esteso di un anno, fino a giugno 2022.
Avverrà quindi una immissione nel sistema economico di circa 500 miliardi di euro, che andrebbero ad aggiungersi ai 650 che ancora rimangono da eseguire e ai 20 miliardi che mensilmente vengono immessi tramite il Quantitative Easing, il programma di acquisti introdotto da Mario Draghi.
Compito del consiglio direttivo sarà quello di assicurare ai governi il più ampio spazio di manovra possibile per le misure in deficit che sostengono la crescita, con l’obiettivo di tenere, anche artificialmente, i tassi di interesse per evitare scossoni dovuti al forte indebitamento di paesi come Francia, Spagna e Italia.
Il Pepp rimarrà lo strumento più affidabile in una fase come quella che stiamo attraversando ed è probabile che l’impatto sul nostro Paese non sarà marginale. Avendo la Bce una quota di partecipazione al capitale della Banca d’Italia del 17%, l’allargamento del Pepp porterà ad un acquisto di nuovi titoli italiani, prevalentemente di debito pubblico, per un totale di 80 miliardi di euro. L’acquisto avverrà in due fasi: una a metà 2021 e l’altra a metà 2022. Questi 80 miliardi si aggiungeranno ai 110 miliardi ancora da acquistare e ai 2,3 miliardi che mensilmente la Bce compra da settembre 2019. Si arriverà, quindi, all’acquisto poco meno di 200 miliardi di debito pubblico italiano.