“Questa insensata perdita di vite umane ci colpisce profondamente”, così ha dichiarato John Dalhuisen, direttore del Programma Europeo e Asia Centrale di Amnesty International, riferendosi al massacro a Kiev in cui hanno perso la vita almeno cento persone, tra cui anche molti medici e giornalisti che ovviamente non ponevano alcuna minaccia nei confronti delle forze antisommossa.
“Le autorità ucraine devono prendere tutte le misure in loro potere per fermare e prevenire l’uso illegale della forza e delle armi da fuoco da parte della polizia e di eventuali gruppi di vigilantes con essi collusi”- ha poi proseguito John Dalhuisen: “Tutti i responsabili devono essere portati di fronte alla giustizia”. Preoccupata quindi Amnesty International per la notizia dei manifestanti uccisi a colpi di arma da fuoco durante gli scontri in corso a Kiev. Secondo il ministro dell’Interno, sono almeno 35 il numero delle persone uccise nelle ultime 48 ore nel centro della capitale, soprattutto nella zona di Piazza Indipendenza.
“Il ministro dell’Interno ha appena annunciato che la polizia avrà in dotazione armi da fuoco. E’ indispensabile che la distribuzione di queste armi sia limitata a funzionari perfettamente addestrati e che esse siano usate solo in estrema risorsa per autodifesa o per difendere altri da imminenti minacce di morte o lesioni gravi”, ha poi concluso Dalhuisen.