KIEV – Sono trascorsi undici mesi dall’invasione della Russia in Ucraina. Il 23 gennaio 2023 il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha ricordato che “domani sarà il 335esimo giorno di guerra su vasta scala, e noi lo passeremo come il precedente, unendo tutte le nostre forze per il bene della vittoria”. Per questo, ha scritto su Telegram il capo dell’ufficio presidenziale di Kiev Andriy Yermak, “abbiamo bisogno di centinaia di carri armati, non di dieci o venti”. Ma continua il tira e molla di Berlino sull’invio dei Leopard, questione che ha diviso il governo tedesco. È Varsavia a fare pressione sulla Germania. II primo ministro polacco Mateusz Morawiecki ha annunciato che chiederà ufficialmente il permesso di consegnare una parte dei suoi Leopard all’Ucraina.
Stoltenberg spinge per l’invio di armi
Il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg, a Berlino per un incontro con il ministro della Difesa tedesco Boris Pistorius, si è detto fiducioso che ci sarà presto una decisione sull’invio dei mezzi militari a Kiev. Sostenendo che l’alleanza atlantica “non deve diventare parte del conflitto”, Stoltenberg ha dichiarato che “dobbiamo dare armi più forti all’Ucraina e velocemente”. Per il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, intervenuto alla Conferenza sui Balcani occidentali a Trieste, “noi non siamo in guerra, stiamo solo aiutando l’Ucraina a non essere invasa”. L’obiettivo finale – ha ribadito il ministro – “deve essere quello di raggiungere la pace, sostenendo le iniziative favorevoli al dialogo”.
Dimissioni al governo di Kiev
Intanto a Kiev diversi alti funzionari hanno annunciato le loro dimissioni per un caso di corruzione nell’ambito delle forniture dell’esercito. Tra chi ha lasciato il posto ci sono il vice capo dell’amministrazione presidenziale Kyrylo Tymoshenko, il viceministro della Difesa Vyacheslav Shapovalov, il sostituto procuratore generale Oleksiy Simonenko, e i viceministri per lo sviluppo delle comunità e dei territori dell’Ucraina, Ivan Lukerya e Vyacheslav Negoda.
Tajani esorta ad accelerare l’integrazione dei Balcani in Europa
A margine della Conferenza sui Balcani a Trieste, Tajani ha anche manifestato l’interesse dell’Italia per l’area balcanica, da inserire nell’orbita europea. Per il ministro bisogna “essere credibili, seri, fare investimenti”, perché questi spazi non vengano occupati da altri. “Non c’è solo la Russia, tanti sono interessati ai Balcani. L’Italia e l’Europa devono essere più presenti”.