Saud al Qahtani: sarebbe il consigliere del principe ereditario Mohammed bin Salman il mandante dell’omicidio del giornalista dissidente saudita Jamal Khashoggi, ucciso lo scorso 2 ottobre nel consolato di Riad ad Istanbul. A rivelarlo, nella notte italiana, sono state fonti dell’intelligence turca.
Secondo queste indiscrezioni il presidente turco Recep Tayyip Erdogan possederebbe una registrazione che prova il collegamento via Skype di al Qahtani con gli assassini del corrispondente del Washington Post. “Portatemi la testa del cane” avrebbe ordinato il consigliere agli agenti segreti presenti nel consolato.
Poco fa lo stesso presidente, in un discorso al gruppo parlamentare del suo Akp, ha detto che l’omicidio sarebbe stato programmato da giorni e che serve un’inchiesta indipendente.
Erdogan non dubita “dell’onestà del re saudita Salman” ma chiede che sull’omicidio indaghi “una delegazione giusta e non parziale, che non sia minimamente sospettabile di contatti con l’incidente” ed eventualmente anche con il “coinvolgimento di altri Paesi”.
“Ammettendo l’omicidio di Jamal Khashoggi – ha aggiunto il leader turco- l’Arabia Saudita ha compiuto un passo significativo”, ma ora – sostiene – “ci aspettiamo che tutti i responsabili dal livello più basso al più alto siano trovati”.
Poi la polemica. “Perché il consolato saudita è stato aperto agli investigatori (turchi) solo dopo alcuni giorni, e non subito?” si chiede Erdogan, che ritiene l’arrivo del gruppo di 15 agenti sauditi a Istanbul un’ulteriore prova della premeditazione dell’omicidio.
Nelle scorse ore, intanto, secondo fonti della stessa presidenza turca, il presidente aveva avuto una telefonata con l’omologo americano Donald Trump. Quest’ultimo, che ieri aveva descritto l’omicidio come “un piano andato storto”, avrebbe concordato con il collega di Ankara che sulla vicenda “deve essere fatta luce in tutti i suoi aspetti”.
Il Tycoon aveva specificato di non essere soddisfatto della spiegazione saudita circa un’azione di 007 deviati ed isolati. Forse proprio per questo motivo, come riportano media di Ankara, il direttore della Cia, Gina Haspel, è giunta ieri in Turchia per seguire le indagini sull’omicidio. Intanto, ha annunciato Erdogan, i 18 sospetti saranno giudicati nel paese che guida e non altrove.