A tre settimane dalla conferenza di Palermo Khalifa Haftar torna in Italia. Il maresciallo che guida il governo di Tobruk in Libia, non riconosciuto dall’occidente e dalle Nazioni Unite, è volato nella notte di ieri a Roma per incontrare l’ambasciatore americano a Tunisi con delega sul dossier libico David Robinson e il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte.
Al tavolo dell’incontro si discuterà certamente dei passi avanti da fare verso la risoluzione del conflitto libico, ma è in ballo anche il tema del ritorno in Libia dell’ambasciatore italiano a Tripoli, Giuseppe Perrone. Il diplomatico italiano, lontano dall’Africa da ormai quattro mesi per motivi di sicurezza, potrebbe far ritorno in Libia proprio su richiesta di Haftar, che dal meeting siciliano dei giorni scorsi ha riallacciato rapporti positivi con il governo italiano, complice anche l’apertura al dialogo con la fazione capeggiata dal maresciallo inaugurata dal governo giallo-verde. L’Italia continua a riconoscere il governo di unità nazionale presieduto da Fayez al-Sarraj, ma vede nella collaborazione con Haftar un elemento chiave per il buon esito delle trattative di pace e per la stabilizzazione della regione mediterranea dell’Africa.
Il maresciallo ha però nel contempo fatto saltare l’incontro con al-Sarraj, che si sarebbe dovuto tenere ad Amman in Giordania questo fine settimana. Haftar era stato ospite negli scorsi del re di Giordania Abdullah II, individuato come possibile mediatore tra lui e il primo ministro libico, ma ha lasciato la capitale della Giordania poco prima dell’arrivo di al Sarraj. Tra i due a Palermo si era arrivato ad un accordo precario, con Haftar che aveva comunicato segnali di distensione nei confronti del suo antagonista, in vista delle possibili elezioni che si dovrebbero tenere in primavera.