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Kenyatta in testa: preoccupata la comunità internazionale

Kenya: scrutini Presidenziali in corso
Kenyatta in testa: preoccupata la comunità internazionale

di Anna Serafini05 Marzo 2013
05 Marzo 2013

Il Kenya è ancora in attesa di conoscere chi sarà proclamato vincitore dalle elezioni presidenziali. Così anche il mondo occidentale, preoccupato dai primi risultati che pian piano arrivano alla Commissione Elettorale Indipendente. I primi spogli, infatti, danno in vantaggio Uhuru Kenyatta (54% dei voti scrutinati), già vicepremier, incriminato dalla Corte penale Internazionale dell’Aja per il coinvolgimento nelle violenze seguite alle elezioni del 2007, che premiarono Mwai Kibaki, il presidente che ora lascia l’incarico dopo due mandati. L’eventuale elezione di un uomo accusato di crimini contro l’umanità sarebbe accolta dal mondo diplomatico con disdegno.Contro Kenyatta, altri sette candidati. Lo segue nei risultati, Raila Odinga, premier in carica, con il 41% dei voti. Se questi dati fossero confermati, non ci sarebbe bisogno del ballottaggio, ma c’è chi sostiene che tali risultati siano ancora parziali, perché finora sarebbero arrivati principalmente gli scrutini delle basi elettorali di Kenyatta e non del suo oppositore. Si lamentano, i candidati, della lentezza dello spoglio. Non tarda a rispondere, il capo della Commissione Elettorale Indipendente: “La legge ci permette di proclamare i risultati entro sette giorni. Abbiamo votato ieri, oggi è il primo giorno dopo le elezioni, abbiamo altri sei giorni nel rispetto della legge ma – ha concluso– speriamo di essere in grado di annunciare i risultati entro 48 ore”.
La scia di sangue che ferì il Paese africano nel 2008 provocando 1200 morti, centinaia di migliaia di sfollati e la distruzione di case e strade è un fantasma che il Kenya ancora teme e con cui si trova a fare i conti. Nuove stragi hanno aperto le elezioni di questo turno, nonostante le promesse di pace paventate dai candidati e gli appelli della comunità internazionale e della Chiesa. Almeno 20 uomini sono morti ieri, di cui almeno 9 agenti di polizia, uccisi a colpi di machete e pistola, in due attacchi distinti, uno nel distretto di Changamwe, l’altro nella città di Kilifi.
Episodi isolati, ma che fanno temere un’escalation di violenza. Le votazioni, tuttavia, rassicurano dalla Commissione, si sono svolte serenamente: “non ci sono stati grossi problemi se non in alcuni seggi”. Alta, l’affluenza: hanno votato, attendendo in coda per ore, il 70% degli aventi diritto. Alle 17, quando le operazioni avrebbero dovuto concludersi,la Commissioneha prorogato la scadenza per consentire agli elettori in fila di partecipare perché vi fosse “più trasparenza possibile”.

Anna Serafini

 

 

 

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