L’attacco al mall si è concluso con 72 morti (61 civili, sei agenti della sicurezza e cinque terroristi). Centinaia i feriti, migliaia le persone tenute in ostaggio. Proclamati tre giorni di lutto nazionale. Ma la paura è che possa non essere finita qui. La presenza di cittadini occidentali, smentita in un primo momento, torna ad aleggiare sull’attacco al Westgate mall di Nairobi. Secondo il quotidiano Daily Mail un cittadino britannico 35enne di origini somale sarebbe stato arrestato all’aeroporto della capitale keniana. Non è stato ancora precisato se la detenzione sia collegata all’attacco terroristico di Nairobi. Sempre secondo il quotidiano locale, ad aver attratto l’attenzione delle autorità keniane sono stati alcuni segni sul viso e il fatto che l’uomo agiva in modo sospetto poco prima di salire su un volo della Turkish Airlines.
«Prove sepolte sotto le macerie». Restano intanto dubbi sul numero dei morti. Secondo fonti del governo sono 67, ma il gruppo islamico Shabaab ha indicato in un tweet che nell’attacco sono stati uccisi «137 ostaggi», a causa dei «gas chimici» che secondo i terroristi sono stati utilizzati dalle forze speciali per mettere fine all’assedio. Shabaab ha anche accusato i militari di «aver provocato il crollo dell’edificio, seppellendo le prove e tutti gli ostaggi sotto le macerie». Almeno 175 le persone ferite da quando è cominciato l’attacco terroristico e oltre un migliaio quelle tratte in salvo. Il commando, secondo uno degli account Twitter ancora attivi dei terroristi somali, sarebbe stato composto da almeno 17 membri. Tutti con nomi apparentemente africani o arabi. Undici vivevano in Paesi occidentali: sei negli Usa, due in Svezia, rispettivamente, uno in Canada, Gran Bretagna, Finlandia. Uno veniva dal Daghestan russo. Le autorità hanno fermato dieci sospetti per accertamenti, almeno quattro sono stati bloccati in un aeroporto.
Bimba si finge morta e si salva. In tanti sono morti, qualcuno però è riuscito a salvarsi. È il caso di una 13enne di origine peruviana, Juanita Ortiz, che si è finta morta per quattro ore di fianco al corpo del padre crivellato di colpi.
La storia della ragazzina, che con la famiglia stava per trasferirsi nel Regno Unito, è stata raccontata dal fratello Luis, al Times di Londra.
«Qualcuno le ha detto di fingersi morta», ha affermato Luis. «Era nell’auto con nostro padre, è stata ferita alla mano e al braccio, mentre lui è morto». I due si trovavano nel parcheggio del Westgate di Nairobi, una delle prime zone dell’edificio attaccate dai terroristi islamici.
Marco Potenziani