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dal 21 febbraio le sue opere
in mostra a Palazzo Reale

Keith Haring a Milano
dal 21 febbraio le sue opere
in mostra a Palazzo Reale

Resterà aperta fino al 18 giugno

molti inediti mai visti in Italia

di Dino Cardarelli30 Gennaio 2017
30 Gennaio 2017

Taiwanese view art graffiti of American artist and social activist Keith Allen Haring, during a press preview for the 'Keith Haring Multiplexism' art exhibit in Taipei, Taiwan, 19 January 2016. EPA/RITCHIE B. TONGO

Debutterà il 21 febbraio, al Palazzo Reale di Milano, una delle grandi mostre attese in città nel 2017: Keith Haring, About Art che rimarrà aperta fino al 18 giugno. Saranno esposte 110 opere, molte di dimensioni monumentali, in alcuni casi inedite o mai viste in Italia, grazie al contributo di collezioni pubbliche e private americane, europee e asiatiche.

Sarà un modo per raccontare a tutto tondo l’artista americano, uno dei più importanti della seconda metà del ventesimo secolo: dalla controcultura socialmente e politicamente impegnata su temi quali droga, razzismo o alienazione giovanile, alle suggestioni dell’arte contemporanea e di quella classica, del Rinascimento italiano e dell’archeologia, fino ad arrivare all’etnografia e ai linguaggi delle civiltà precolombiane.

La rassegna, promossa e prodotta da Comune di Milano-Cultura, Palazzo Reale, Giunti Arte mostre musei e 24 Ore Cultura-Gruppo 24 Ore, si avvale della collaborazione scientifica di Madeinart e del contributo della Keith Haring Foundation. Uno sforzo congiunto che, sotto la curatela di Gianni Mercurio è in grado di rappresentare, fuori dai luoghi comuni e dalle semplificazioni, la straordinaria produzione di questo protagonista assoluto della Street Art, caratterizzata dal segno grafico iconico e potente e da un senso dirompente del colore.

All’interno del percorso espositivo, i lavori di Haring si susseguiranno in dialogo con quelle che sono state le fonti di ispirazione, dall’archeologia classica alle arti precolombiane, dalle figure archetipe delle religioni e delle maschere del Pacifico alle creazioni dei nativi americani, fino ad arrivare ai protagonisti del ‘900 in Europa e Usa. I suoi capolavori si affiancheranno a quelli di epoche diverse, a cui Haring ha guardato con il suo stile unico e inconfondibile. Non mancheranno riferimenti a Jackson Pollock, Jean Dubuffet e Paul Klee, ma anche i calchi della Colonna Traiana, le maschere delle culture del Pacifico e i dipinti del Rinascimento. Da segnalare anche l’allestimento emozionale che propone molti rimandi al contesto in cui Haring visse.

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