«Tusk non può assolutamente contare sul nostro appoggio». Lo ha detto Jaroslaw Kaczynski, il leader del partito populista Diritto e giustizia (Pis) al governo. Non sosterrà l’attuale presidente del Consiglio Ue, Donald Tusk, in corsa per il suo secondo mandato. L’elezione è prevista tra il 9 e 10 marzo, e la carica durerebbe altri due anni e mezzo. Secondo Kaczynski, Tusk starebbe violando “le regole fondamentali dell’UE”. In particolare “quella della neutralità in riferimento ai problemi interni dei Paesi membri”. Ma questo scontro in sede europea riflette divisioni profonde nella giovane democrazia della Polonia.
Data la mancanza di una sinistra compatta, vittima del passato comunista, le due fazioni principali della destra (il Pis di Jaroslaw Kaczynski e la liberale Piattaforma Civica, di cui Tusk è fondatore e attuale presidente), si spartiscono la scena politica polacca. Ognuna si pone a rappresentanza di una parte del paese.
La mappa elettorale mostra una divisione netta tra Polonia A e Polonia B, corrispondenti rispettivamente alle regioni occidentali, più evolute, e quelle sud-orientali, economicamente arretrate. La parte liberale è orientata verso l’innovazione tecnologica e crede nell’Europa. La Polonia populista, invece, ha il Pil pro capite più basso della nazione. Non è un caso che questa spartizione politica corrisponda a quella territoriale. Nel Settecento la Confederazione polacco-lituana era divisa in Prussia, Impero austriaco e Impero russo. La regione prussiana impresse lo slancio maggiore ai territori occidentali.
Inoltre l’ostilità del gruppo che orbita intorno a Jaroslaw Kaczynski per l’élite, rappresentata da Tusk, è accentuata da vicende personali. Il leader populista ritiene Donald Tusk in parte responsabile per il disastro aereo di Smolensk del 10 aprile 2010, dove morirono 96 persone. Tra le vittime c’era anche il fratello di Kaczynski, Lech, l’allora Capo di Stato polacco. A Tusk, che era primo ministro, viene imputata “la responsabilità morale” del disastro, non avendo garantito la sicurezza del Presidente.