Oltre nove ore di interrogatorio al quinto piano della Procura di Torino per ripercorrere gli ultimi tre anni di operazioni finanziarie della Juventus. Ad essere ascoltato come teste – ma non è indagato – Federico Cherubini, il direttore sportivo del club bianconero, nell’ambito dell’inchiesta “Prisma” sulla gestione delle plusvalenze da parte del club.
Sotto la lente dei pm 62 operazioni sospette effettuate tra il 2019 e il 2021 per un valore di 282 milioni di euro, 42 delle quali interessano proprio i bianconeri e i vertici della società. Sono tre i dirigenti direttamente coinvolti: il presidente Andrea Agnelli, il vice Pavel Nedved e il responsabile della contabilità Stefano Cerrato, indagati per false comunicazioni sociali ed emissione di fatture per operazioni inesistenti.
L’ipotesi è che siano stati gonfiati i prezzi dei calciatori nelle compravendite, iscrivendo nel bilancio un valore superiore all’effettivo costo, generando quindi plusvalenze. Sotto la lente degli inquirenti anche l’operazione che ha portato Victor Osimhen dal Lilla al Napoli nell’estate 2020 per un prezzo dichiarato di 81,3 milioni. Come rivelato dal quotidiano francese “L’Equipe”, il prezzo reale dell’attaccante sarebbe decisamente inferiore, attestandosi a 36 milioni.
Al centro delle indagini anche le presunte operazioni “opache” – così le definiscono gli inquirenti – che vedono coinvolti i procuratori sportivi, ai quali sarebbe stato riservato un trattamento economico speciale. Per la Procura le commissioni ricevute dagli agenti a seguito della compravendita degli atleti non corrisponderebbero alle prestazioni effettivamente rese. Secondo l’accusa alcuni agenti avrebbero ricevuto compensi per delle operazioni di mercato inesistenti, sulla scia di “mandati fittizi”. Nel mirino figure come Mino Raiola e Jorge Mendes, che curano gli interessi rispettivamente di Matthijs De Ligt e Cristiano Ronaldo. Si parla di cifre record, la più alta emersa nel bilancio 2020-2021 quella versata a Raiola per l’acquisto del difensore olandese dall’Ajax, pari a 10,5 milioni di oneri accessori.
Tra l’inchiesta, gli infortuni (Chiesa dopo Danilo) e i risultati deludenti (l’ultimo ko con l’Atalanta), la Juventus perde terreno in Borsa: a Piazza Affari il titolo cede il 3,5% a 0,44 euro, mentre il Ftse Mib guadagna lo 0,8%.