“L’Europa deve restare un continente di apertura e tolleranza”. Il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker lo rimarca più volte durante il suo discorso. Tanti i temi affrontati oggi nel Parlamento europeo. Fra questi la nuova alleanza tra Europa e Africa, lo stop al nazionalismo e la necessità di pensare a un sovranismo sano. Dure le repliche, accomunate dall’accusa contro la sua linea “conservatrice e conformista”, in particolare sui temi economici e finanziari.
No nazionalismo, si patriottismo. L’appello più accorato è risuonato alla plenaria di Strasburgo quando Junker ha detto: “Io amo l’Europa e continuerò a farlo”. Una difesa appassionata dell’Unione. “Non sarà mai una fortezza – ha aggiunto – in un mondo che soffre, non sarà mai un’isola: resterà multilaterale, il pianeta non appartiene a pochi”. Una critica aperta contro il “nazionalismo malsano” a cui i membri dovrebbero dire no. Invece “vorrei che si dicesse sì al patriottismo illuminato”, ha detto il presidente lussemburghese. “Il patriottismo è una virtù, il nazionalismo incontrollato è un veleno che schiaccia”
Sanzioni all’Ungheria. Juncker ha parlato anche della possibile attivazione delle sanzioni verso nei confronti dello stato membro. “L’articolo 7 va applicato laddove lo stato di diritto è in pericolo”, ha ribadito il presidente della Commissione. Oggi infatti il Parlamento europeo vota sulle pene al governo di Orban. “Diciamo no al nazionalismo esagerato che detesta gli altri e cerca di distruggerli”. Così Juncker replica a chi sul tema migranti la pensa come il leader ungherese. E propone “un rafforzamento della guardia costiera e di frontiera europea: fino a 10 mila unità da qui al 2020. Inoltre un’agenzia europea per l’asilo”.
Il futuro, secondo Juncker, è proprio in una nuova alleanza tra Europa e Africa per investimenti sostenibili, occupazione e libero scambio. Secondo le sue previsioni questo contribuirebbe a creare 10 milioni di posti di lavoro in Africa in 5 anni. “Rispettiamo meglio l’Europa – conclude – non sporchiamo la sua immagine, cerchiamo di difenderla”. L’Europa deve parlare con una sola voce per imporsi.