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Juncker al Parlamento europeo: “E’ il momento di dare risposte per gestire la crisi dei rifugiati”. Tra le proposte nuove regole per l’accoglienza

di Raffaele Sardella09 Settembre 2015
09 Settembre 2015

Junker-Farage“E’ arrivato il momento di passare all’azione per gestire la crisi dei rifugiati e non c’è soluzione alternativa”. Ne è convinto il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker, che oggi a Strasburgo auspica un cambio di passo delle politiche europee di accoglienza parlando al Parlamento europeo.

 

L’Europa non dimentichi il proprio passato

Per il capo dell’esecutivo, che ricorda la storia recente con milioni di europei scappati da guerre e dittature, l’accoglienza ai profughi “in fuga dalla Siria, dal terrore dello Stato islamico, dalla dittatura in Eritrea” è un problema di “giustizia storica”.  L’emigrazione europea è una questione del secolo passato, “non di mille anni fa” – precisa Juncker – per il quale è importante trarre un insegnamento da Paesi più poveri, come il Libano, che fanno sforzi anche morali per dare soccorso: “I rifugiati sono tanti, ma sono solo lo 0,1 per cento della popolazione europea. In libano sono i 25 per cento”.

 

Nuove regole per l’accoglienza

“È il momento di cambiare le regole dell’asilo, in particolare il protocollo di Dublino, che vuole che a gestire i rifugiati siano i paesi di approdo”. Per Juncker è necessario organizzare un servizio che permetta una migrazione legale verso l’Europa ed una redistribuzione permanente dei migranti tra i paesi membri. Nuove risorse anche per Frontex, l’agenzia di controllo delle frontiere europee, che deve essere rafforzata per poter offrire un sistema di guardia costiera pienamente efficace.

 

I migranti sono una risorsa, ma chi non è in fuga va rimpatriato

Juncker conferma il “no” dell’Europa ai migranti per motivi economici. Per facilitarne il rimpatrio la Commissione propone una lista di cosiddetti “paesi sicuri”, nel cui territorio non sono a rischio l’incolumità ed i diritti umani dei cittadini. Il respingimento, in questo caso, non violerebbe la convenzione di Ginevra. Per chi fugge da guerre e terrore Junker invece si dice favorevole affinché i richiedenti asilo possano lavorare e gestire del denaro proprio: “Dobbiamo permettere ai rifugiati di lavorare una volta arrivati in Europa, coloro che lavorano recuperano la dignità.”

 

Scintille con Farange

Critiche dal leader del gruppo indipendentista Nigel Farage, per il quale Junker sta “semplicemente sbagliando approccio.” Farage avvisa il presidente della che “lo Stato Islamico sta già sfruttando le rotte dei migranti per piazzare i propri jihadisti sul suolo europeo” e che l’Europa dovrebbe “fare come l’Australia: fermare le barche e rimandarle indietro.”  Il leader dell’Ukip incalza mettendo in guardia Junker e l’Europa su come verranno utilizzati i  “milioni di euro pagati dai contribuenti britannici”, dicendosi convinto che, “se non verrà restituito al premier David Cameron il controllo dei confini del Regno Unito”, gli inglesi voteranno l’uscita dall’Ue già il prossimo anno. Carica di humor la replica di Juncker, che si dice compiaciuto delle “interruzioni” di Farage perché lo “aiutano a ricordare” quello che deve dire.

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