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Jovanotti cambia pelle
ritorno all'essenzialità
nel nuovo album Oh, vita!

Produttore del disco Rick Rubin

La libertà come concetto preponderante

di Marco Assab01 Dicembre 2017
01 Dicembre 2017

Lorenzo Cherubini, Jovanotti, in una foto diffusa il 30 novembre 2017, alla vigilia dell'uscita dell'album "Oh, vita!". ANSA/ US GOIGEST +++ANSA PROVIDES ACCESS TO THIS HANDOUT PHOTO TO BE USED SOLELY TO ILLUSTRATE NEWS REPORTING OR COMMENTARY ON THE FACTS OR EVENTS DEPICTED IN THIS IMAGE; NO ARCHIVING; NO LICENSING+++

Dopo 30 anni di carriera e 13 album di inediti Lorenzo Cherubini, in arte Jovanotti, taglia i ponti con lo stile che aveva caratterizzato i suoi lavori nel recente passato e riparte da Oh, vita!. Al nuovo disco, che uscirà domani ed è stato prodotto da Universal, ha lavorato Rick Rubin, il produttore americano che ha favorito questo ritorno di Jovanotti all’essenza della musica. Un’essenza fatta di voce e chitarra.

“Non l’avevo mai fatto, è stato faticoso, ma incredibilmente stimolante. Volevo essere all’altezza della situazione, di uno che ha lavorato con Jhonny Clash, Adele, Ed Sheeran, i Red Hot Chili Peppers”, ha affermato il cantautore romano, aggiungendo che “a lui (Rubin ndr) non interessava il mio passato, ma piuttosto questo disco. Non gli interessavano neanche i testi, voleva che l’emozione passasse dalla musica, non dalle parole”.

Un album lungamente progettato ma realizzato molto rapidamente: 18 giorni appena, come ha dichiarato lo stesso Jovanotti. Un po’ cantautorato un po’ hip hop, con incursioni nel reggae e nel folk romagnolo. Lorenzo ha presentato il suo nuovo lavoro nel Jova Pop Shop, il temporary shop di “figate” aperto per 11 giorni a Milano dove è possibile trovare merchandising e oggetti a tiratura limitata, il cui incasso sarà devoluto a quattro associazioni.

In questa occasione l’artista ha spiegato come nell’album siano comunque presenti quegli aspetti dell’irrequietezza che, da sempre, lo ha contraddistinto. A prescindere dal gradimento più o meno elevato del pubblico, Jovanotti ritiene questo disco una parte importante del proprio cammino. Meno trucchi del mestiere e meno astuzie tecnologiche, il produttore Rick Rubin ha spinto verso questa direzione, ma a Jovanotti non va di parlare di “svolta”, perché è una parola che non gradisce, meglio forse definire quest’opera come un cambio di pelle.

Perché comunque il cambio c’è, ed è evidente. E Jovanotti confida di averlo sentito dentro quando era al lavoro su Lorenzo2015, il suo tredicesimo album; a questo proposito ha confidato: “Avevo bisogno di uscire dalla routine lavorativa e sentivo che quello era l’ultimo capitolo di un ciclo durato 10 anni”.

Tutto Oh, Vita! ruota attorno al concetto di libertà. “Una parola che va riempita di un nuovo significato”, ha osservato Cherubini, perché “libertà è una parola che è stata sulle montagne russe, usata dal Pci e dalla Dc, da Berlusconi e dagli hacker della rete. Di tutte le parole è quella più svuotata di significato”.

In ultimo, capitolo tour: si parte il 12 febbraio (e questo esclude un passaggio al Festival di Saremo) da Milano con 10 date, a seguire 8 a Roma, 8 a Firenze e altre in tutta Italia. “Ci saranno 6-7 pezzi dell’album, e poi il cuore dello show sarà il mio repertorio. Ma la mia nuova pelle si sentirà anche sui pezzi vecchi, rivissuti in maniera più scarna, più rock’n’roll”, ha annunciato il cantautore.

 

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