HomeCronaca Jonathan, ora l’autopsia rivela anche un colpo alla testa. Interrogati a lungo i compagni di stanza

Jonathan, ora l’autopsia rivela anche un colpo alla testa. Interrogati a lungo i compagni di stanza

di Alessandra Aurilia10 Aprile 2014
10 Aprile 2014

Si infittisce il giallo della tragica morte di Jonathan Lucas, il 16enne svizzero ucciso martedì sera da una coltellata al cuore, mentre era in gita con la scuola nella capitale.
Un nuovo particolare è emerso dall’autopsia eseguita ieri pomeriggio al Policlino Gemelli dal professor Fabio De Giorgio. Alla ferita inferta dal coltello si aggiungerebbe il segno evidente di un colpo alla testa, che Jonathan potrebbe essersi procurato al momento dell’incidente o forse anche prima. La scoperta alimenta nuovi dubbi sulla dinamica della morte. Si ipotizza una caduta accidentale – forse durante un gioco con i compagni – o proprio conseguente alla pugnalata stessa.
Per i medici potrebbe essere necessario eseguire nei prossimi giorni un esame tossicologico sul corpo del giovane. Del resto, sembra che gli stessi compagni di classe di Jon abbiano confessato agli investigatori che nel gruppo gli spinelli erano piuttosto frequenti.

Indagine per omicidio colposo. Proseguono gli interrogatori della Squadra mobile di Roma. Solo ieri sono stati ascoltati 12 studenti, tutti inseriti nel fascicolo per “omicidio colposo” (al momento senza indagati) aperto dalla procura dei minori sotto la supervisione del procuratore Claudio De Angelis. Alla scolaresca è stato vietato di lasciare la capitale: il gruppo dovrà restare alla Domus Nascimbeni finché gli inquirenti non avranno ricostruito definitivamente la vicenda. Intanto sono in corso i rilevamenti sulle impronte digitali prelevate a tutti i compagni di classe. Si cercano riscontri con le tracce presenti sui tre coltelli trovati nella stanza di Jon, uno dei quali è proprio il “butterfly” che ha causato la morte.

Gli addii sul web.  “Tu lo sapevi che quel gioco era pericoloso e allora perché? Perché lo hai  fatto?”. È questo uno dei tanti messaggi di addio che in queste ore affollano la bacheca Facebook di Jonathan. Ma al dolore per l’amico scomparso questa volta sembra aggiungersi qualcos’altro. Quelle parole sembrano nascondere un segreto. Forse vorrebbero dire di più su quella notte. Su cosa è successo davvero in quella stanza. O forse si tratta soltanto di uno sfogo. Certo è che il silenzio prolungato negli interrogatori dei compagni di Jonathan fa temere senz’altro il peggio.

Alessandra Aurilia

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