La riforma del Lavoro continua a destare polemiche, in vista del suo approdo alla Camera, soprattutto dopo che il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, ha fatto capire che un nuovo ricorso alla fiducia è possibile. Il testo del Job Act non sembra ancora essere definitivo, almeno per Damiano, presidente della commissione Lavoro alla Camera: ”al Senato sono stati compiuti passi avanti sulla delega lavoro ma secondo me sono necessarie correzioni”. Queste le parole del presidente, che ritiene ci siano ancora molte correzioni da fare sul testo della riforma. A chi chiede a Damiano quali siano le modifiche che egli ritiene assolutamente fondamentali, la risposta arriva chiara: si lavorerà insieme con il governo, tenendo conto delle proposte dei singoli partiti.
I miglioramenti sul testo infatti, sembrerebbero insufficienti e spetterebbe alla Camera, nei prossimi giorni, riadattare il testo in maniera più completa. Sulla questione si è espresso anche il presidente della Camera Grasso “Più in fretta si fa prima si danno gli strumenti per far ripartire il lavoro, quindi è assolutamente essenziale e urgente”. Giuliano Poletti ministro del Lavoro però replica che “va bene il confronto, ma l’esecutivo non si frenerà”: tutti verranno ascoltati ma non ci sono, al momento, grossi impedimenti per l’esecutivo. L’obiettivo – ha ricordato Poletti – è introdurre un nuovo contratto di lavoro che permetta di creare un nuovo equilibrio, facendo riferimento al caso delle partite Iva che andrebbero lasciate arginando gli abusi a esse collegati.
Infine ultime 72 ore di attesa per la Legge di Stabilità, che vedrà probabilmente l’inserimento di novità nel testo che il prossimo mercoledì sarà presentato dall’esecutivo. Tanti i temi“caldi”, fra questi i più roventi saranno quelli in materia di prepensionamento e pensione anticipata (prepensionamento fissato a 62 anni di età più 35 di contributi e la costruzione di un ponte o scivolo pensionistico pro esodati, che consenta in particolare agli over 60 rimasti senza lavoro di poter accedere al pensionamento). Intanto il premier Renzi ha già svelato il suo jolly: conto doppio sull’Irap e sgravi da 2 a 4-5 miliardi sui contributi alle aziende. Agli occhi del premier infatti il tema più importante resta quello di dare ossigeno alle imprese per l’occupazione. Ecco perché è stato pensato di raddoppiare lo sconto sull’Irap o in alternativa una riduzione dei contributi sul lavoro. Il presidente del Consiglio poi sta cercando anche di aumentare la spending rewiew: si vorrebbe usare la “sforbiciata” alle spese dello stato per superare la prossima prova a Bruxelles. Intanto, sulla riforma del lavoro la Cgil continua a essere irremovibile: “Il giudizio negativo sul modo in cui si sta proponendo l’intervento sul lavoro e troviamo tutte le conferme della necessità della manifestazione del 25 ottobre”.