ROMA – Raccontare l’ascesa di Jimi Hendrix dall’inizio degli anni ’60, quelli degli esordi londinesi, fino al celebre concerto del Monterey Pop Festival del 1967, quando il chitarrista incendiò la sua chitarra sul palco, segnando una svolta nel panorama della musica rock. È questo il progetto ambizioso a cui sta lavorando il regista americano-vietnamita Bao Nguyen, che per il suo docufilm “Jimi” potrà utilizzare foto, interviste e filmati d’archivio mai visti prima d’ora.
Il primo documentario autorizzato dalla famiglia Hendrix
Per la prima volta in assoluto, la famiglia di Hendrix – che ne gestisce il lascito- ha autorizzato la lavorazione di un contenuto video a lui dedicato. Per il film Jimi: All is by My Side del 2013, infatti, non era stato possibile utilizzare brani e musiche originali per esplicita volontà degli eredi, contrari al progetto. Come riporta il sito della testata RollingStone, i familiari hanno deciso ora di affidarsi a Nguyen per la capacità dimostrata nel saper raccontare “le vite di altre figure iconiche che hanno influenzato la cultura pop”. Il regista è infatti conosciuto al grande pubblico per aver diretto We Are the World: la notte che ha cambiato il pop, il documentario che mostra il dietro le quinte della realizzazione del celebre brano, e Be Water, la pellicola su Bruce Lee vincitrice del Sundance Film Festival nel 2020.
La vita di Jimi
Eventuali buchi temporali di trama, quindi, non saranno dovuti alla mancanza di fonti ma a precise scelte stilistiche del regista. Il documentario racconterà in che modo quel ragazzo nato a Seattle il 27 novembre 1942 riuscì presto a diventare un prodigio della musica rock, passando dalle esibizioni in strada a sedici anni ai grandi show degli ultimi anni. Quelli prima dell’overdose che il 18 settembre 1970 portò alla sua morte, all’età di 27 anni.