Addio al ballottaggio, resta invece il premio di maggioranza. Queste le decisioni principali prese ieri dalla Consulta costituzionale sull’Italicum. I tredici giudici hanno deciso di non toccare né i capilista bloccati né le pluricandidature, ma con un limite importante: in caso di vittoria in più collegi, il candidato non potrà scegliere quello in cui essere eletto, ma verrà applicato il criterio del sorteggio.
Il nuovo Italicum conserva formalmente un impianto maggioritario – visto che è salvo il corposo premio di maggioranza per il partito che dovesse raggiungere il 40% dei voti – ma, con l’abolizione del ballottaggio, si ha nei fatti un ritorno al proporzionale. La Corte è stata chiara sin da subito: «All’esito della sentenza, la legge elettorale è suscettibile di immediata applicazione». Toccherà ora al Parlamento rendere compatibile l’Italicum, valevole per la Camera, con il Consultellum, la legge elettorale in vigore per il Senato, uscita dalla sentenza della Consulta del 2014 che ha riscritto il Porcellum.
Alla Camera, infatti, si vota con i capilista bloccati e con la soglia di accesso al 3%. Al Senato, invece, dove vige un proporzionale puro, si vota con la preferenza unica non di genere e con soglie diverse: 8% per i partiti che corrono da soli, 3% per quelli coalizzati che uniti superano il 20%.
Appena le agenzie hanno battuto i flash sulla decisione della Consulta, sono immediatamente arrivate le reazioni dei principali leader politici. L’ex premier e segretario del Pd Matteo Renzi – soddisfatto perché la Corte ha tenuto in piedi l’impianto fondamentale dell’Italicum – ha dettato ai suoi la linea da tenere: «Il Pd è per il Mattarellum, i partiti dicano subito se vogliono il confronto. Altrimenti la strada è il voto».
Pronti a tornare al più presto alle urne i Cinque Stelle: «Fumata bianca della consulta. Habemus Legalicum!», scrive Beppe Grillo sul suo blog. «Nella sentenza è specificato che: ‘la legge elettorale è suscettibile di immediata applicazione’ non ci sono più scuse». Molto duro sempre sul fronte grillino Alessandro Di Battista, che affida a twitter il suo sfogo: «Matteo Renzi e Maria Elena Boschi, la legge che ‘doveva copiarci mezza Europa’ è in gran parte incostituzionale. Vergognatevi e ritiratevi #Italicum». Invoca le urne subito anche la Lega Nord: «Legge elettorale subito applicabile, dice la Consulta. Non ci sono più scuse: parola agli italiani!! Se sei d’accordo, rilancia #votosubito», scrive in tweet il leader Matteo Salvini.
Da Forza Italia, infine, parla Maurizio Gasparri: «La Consulta si è espressa, ora è necessario fare una legge elettorale per il Senato analoga a quella della Camera».