È stata arrestata questa mattina in Thailandia Rujira Iamlamai, principale sospettata per la morte dell’italiano Giuseppe De Stefani. Un delitto incredibilmente efferato, dal momento che il corpo dell’italiano è stato ritrovato smembrato e parzialmente carbonizzato, lo scorso 19 gennaio nella zona nord occidentale del paese. Ieri era già stato fermato un altro indiziato, il francese Amaury Rigaux. Lui e Rujira erano amanti e da giorni vivevano da latitanti, accampati nella giungla nella provincia nord-occidentale di Kamphaeng Phet.
Secondo le prime indagini, i due avrebbero ucciso l’uomo per poi farne a pezzi il cadavere. Poi avrebbero chiuso i resti in una valigia con l’intenzione di disfarsene bruciandolo nel bosco, nella provincia di Phichit. A supporto di questa tesi alcuni indizi, tra cui il passaporto del pensionato italiano e alcune macchie di sangue ritrovate dalla polizia a casa della donna.
La vittima, 62 anni, ex convivente della donna, aveva sorpreso i due amanti pochi mesi prima, troncando immediatamente ogni legame con la donna. La polizia ritiene che sia stato Rigaux a eseguire l’omicidio su istigazione dell’amante. In una nota scritta di suo pugno, De Stefani aveva scritto di esser stato raggirato da una “donna troppo malvagia” che aveva detto di amarlo solo per ottenere i suoi soldi. De Stefani era un infermiere in pensione, che si era trasferito in Thailandia dopo essere rimasto vedovo. Era arrivato nel Paese asiatico nel 2013 anche per stare vicino al figlio, che gestisce lì un ristorante, ma tornava un paio di volte all’anno a Chiavenna, dove vive la figlia.