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L’Italia che vince per dimenticare Prandelli e Balotelli

di Federico Capurso10 Settembre 2014
10 Settembre 2014

zazaBuona anche la seconda di Antonio Conte sulla panchina degli Azzurri. L’Italia vince 2-0 a Oslo contro la selezione norvegese, 77 anni dopo l’ultimo successo in terra scandinava, ai fasti dell’era Pozzo, e porta a casa i primi tre punti del suo girone di qualificazione per Euro 2016.

La squadra si presenta allo stadio Ullevaal con la difesa a tre orfana di Chiellini, rimpiazzato dal nerazzurro Ranocchia, e con la novità Florenzi a centrocampo, al posto dello squalificato Marchisio. Davanti, la stessa coppia vista a Bari contro l’Olanda la scorsa settimana, Immobile-Zaza, che sembra trovarsi in sintonia come ai tempi dell’Under-21.

L’Italia parte bene, spinge, detta il ritmo della partita e dopo sedici minuti trova il gol con la prima marcatura in nazionale di Simone Zaza. Innescato dal doppio velo di Immobile e Giaccherini, aiutato dalla deviazione decisiva di un difensore norvegese e dal fuorigioco attivo di Immobile che ostruisce la visuale al portiere avversario. Arbitro e guardalinee non vedono nulla di irregolare, e così sia: 1-0.

L’Italia arriva all’intervallo controllando il match. La difesa ha tenuto bene, anche perché la palla era quasi sempre tra i piedi degli Azzurri e gli attacchi dei norvegesi si infrangevano sul loro stesso deficit tecnico. Quando a ripresa iniziata si alza il pressing – nemmeno tanto furioso – dei padroni di casa, l’Italia tenta giustamente di uscire in palleggio, partendo dalle retrovie, spesso e volentieri con il coinvolgimento di Buffon. Le difficoltà nella costruzione di gioco della squadra di Conte sono però evidenti e gli errori grossolani della difesa preoccupano, perché contro avversari di diverso peso si sarebbero pagati caro. Tante le attenuanti: un ritardo nella preparazione atletica, la doppia assenza di Pirlo e Verratti (tenuto in panchina), un De Rossi poco servito dai difensori, un giro-palla lento che terminava spesso con un lancio lungo. Conte avrà comunque da pensare.

Per fortuna al ’77 Pasqual – appena subentrato a Darmian – pennella un cross sulla testa di Bonucci. L’Italia va sul 2-0, Conte esulta come se avesse vinto una finale dei Mondiali, e per fortuna si spegne il lumicino di speranza della Norvegia, che negli ultimi minuti rischia di far segnare ancora Zaza, fermato prima da una traversa e poi da un salvataggio sulla linea. Triplice fischio.

“Finalmente abbiamo una punta!” è il leitmotiv del post-partita sui social network. È bastato un gol e tanta corsa, a Simone Zaza, per far dimenticare Balotelli ai tifosi italiani. E anche ad Antonio Conte, che nel post-partita ha sottolineato di avere «bisogno di gente che ha fame, non di gente che ha fama. Indietro non si torna. A me serve gente che abbia voglia di ‘alzare il campo’. Che quando finisce la partita lo debbano rizollare. Mi serve gente che pensi e giochi per la squadra».

La porta della Nazionale, per Balotelli, a fine partita sembrava già chiusa. Dopo le dichiarazioni a bordo campo di Conte, poi, è stata proprio inghiottita la chiave.

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