HomeSport Italia, nel ricordo del Mondiale 2006. Da Lippi a Prandelli, passando per Donadoni, ecco cosa è cambiato

Italia, nel ricordo del Mondiale 2006. Da Lippi a Prandelli, passando per Donadoni, ecco cosa è cambiato

di Gianluca Natoli11 Luglio 2013
11 Luglio 2013

“Il cielo è azzurro sopra Berlino! Siamo campioni del Mondo”. Chi non ricorda, seppur a distanza di sette anni, queste celebri frasi di Marco Civoli pronunciate nella sua telecronaca al momento del rigore decisivo messo a segno da Fabio Grosso nella finale dei Mondiali 2006 contro la Francia. Dopo 120 minuti estenuanti, l’Italia di Marcello Lippi si attestava regina del Mondo.
Il successo. Era il 9 luglio 2006. Tanto lontana quella data, quanto vicina per chi, quel vecchio ideale patriottico, lo sente ancora vivo. Una cavalcata incredibile, passata per i sofferti ottavi di finale contro l’Australia (superati solo al 93’ con un gol dal dischetto di Francesco Totti), per i quarti contro l’Ucraina sconfitta 3-0 e per la semifinale contro la Germania, Paese ospitante del torneo e beffato dagli azzurri nei tempi supplementari. Quindi la finale. Gli incubi dei precedenti contro i transalpini, due finali perse con loro rispettivamente nel Mondiale 1998 e negli Europei di due anni dopo. Al terzo tentativo l’epilogo è stato però diverso. L’Italia di Fabio Grosso, del capitano Fabio Cannavaro, di Andrea Pirlo e di Gigi Buffon. Ma anche l’Italia di Marco Materazzi che prima commette l’ingenuità in area di rigore favorendo il vantaggio dagli undici metri dei francesi con Zidane protagonista, poi rimedia con un’incornata. Indimenticabile inoltre la testata di Zidane allo stesso Materazzi, che è costata l’espulsione del francese e quindi la superiorità numerica azzurra rivelatasi decisiva nel match.
Il percorso azzurro. Al culmine della loro parabola nel 2006, gli azzurri sono entrati presto in una fase calante. Nel 2008 l’era Donadoni evaporava ai quarti di finale controla Spagna. Poco dopo veniva richiamato Marcello Lippi alla guida tecnica della Nazionale. Ma, stavolta, all’appuntamento dei mondiali 2010 in Sudafrica l’Italia si sarebbe fatta trovare impreparata.
La nuova epoca targata Prandelli sarebbe così presto cominciata sulle macerie. Il cammino di crescita e ringiovanimento della rosa del nuovo Ct si sarebbe comunque rivelato presto fruttuoso. Nel 2012 l’Italia raggiungeva la finale degli Europei in Polonia e Ucraina, perdendo la faccia ancora una volta al cospetto delle furie rosse, in trionfo per 4-0 a Kiev. L’era Prandelli va avanti. Con la qualificazione ormai in tasca ai mondiali del prossimo anno in Brasile, gli azzurri escono a testa alta nella semifinale della Confederations Cup dello scorso giugno, facendosi superare dalla Spagna ai rigori dopo una grande prova di forza.
I mondiali 2014. La Spagna non sembra più imbattibile. L’Italia è cresciuta negli ultimi anni, e l’occasione per prendersi una rivincita il prossimo anno ai Mondiali appare ghiotta. Forte dei nuovi innesti, il tecnico Prandelli sembra intenzionato a concludere in bellezza la sua carriera in azzurro. Ancora un anno ci divide dalla prossima competizione in Brasile. Un anno in cui nuove sorprese, e altre conferme potrebbero affermarsi. Del resto, con SuperMario in attacco, sognare in grande non è utopia.

Gianluca Natoli

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