“Era nell’aria, non c’è motivo di perdere la fiducia”. Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte non è preoccupato dai dati Istat, che ufficializzano la frenata dell’economia italiana nel quarto trimestre del 2018. Il calo del Pil è dello 0,2%: il che significa recessione. Il dato negativo arriva dopo 14 mesi consecutivi di crescita e getta ombra sulle previsioni di crescita inserite dall’esecutivo nella Legge di bilancio.
L’annuncio dell’Istituto di statistica non ha mandato nel panico i mercati, con la Borsa di Milano che questa mattina registra un leggero aumento delle quotazioni. Lo spread Btp-Bund è invece in crescita, dai 244 punti di giovedì ai 253 di questa mattina.
Il centro studi di Confindustria lancia l’allarme: “Nel 2019 crescita di poco sopra lo zero”. Ma il governo è convinto della bontà delle sue misure. “Il rallentamento italiano è figlio di quello europeo, è ora di puntare tutto sugli investimenti”, ha affermato il ministro dell’Economia Giovanni Tria. “Reddito di cittadinanza e quota 100 daranno un nuovo corso all’Italia”, rilancia il vicepremier Luigi Di Maio, che ritiene colpevoli della recessione le politiche dei governi precedenti: “Hanno mentito, non ci hanno portato fuori dalla crisi”.
Il Pd non ci sta e risponde alle accuse. “È assurdo che l’esecutivo in carica non riconosca le proprie responsabilità” twitta l’ex premier Paolo Gentiloni. “I problemi per il paese sono cominciati quando questa maggioranza si è formata, come dimostra l’andamento dello spread e le conseguenze recessive che ne sono seguite”, gli fa eco l’ex ministro dell’Economia Piercarlo Padoan.
“Aumenterà il debito pubblico e le banche dovranno contrarre i soldi che danno alle imprese e alle famiglie”, dichiara il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi. Mentre il presidente del Parlamento europeo, il forzista Antonio Tajani, chiede un rapido cambio di politica economica.