L’Italia è il paese europeo con l’evasione dell’Iva più elevata. Arrivano nero su bianco i dati della Commissione Ue, che individuano il gap italiano tra il gettito Iva prevedibile e quello realmente incassato a 35 miliardi nel 2015, la cifra più alta dell’Unione. L’evasione fiscale, contro cui si batte da anni, nel 2015 ha fatto perdere all’Europa 152 miliardi di euro in Iva non percepita totale. Nonostante la situazione sia migliorata rispetto agli anni precedenti, l’Italia contribuisce ancora con il record assoluto. Nel 2014 il gap italiano era di 38 miliardi e nel 2011 sfiorava i 42.
Proprio in virtù di ciò, nel 2015 Bruxelles ha messo in campo una serie di misure anti-frode quali lo split payment, introdotto nella Legge di Stabilità, e il reverse charge su computer, console per videogiochi e tablet. Il primo è un meccanismo di liquidazione dell’Iva applicato nei rapporti tra imprese private e Pubblica Amministrazione, che utilizza il metodo della “scissione dei pagamenti”. Il reverse change invece, sposta il carico tributario dell’Iva dal venditore all’acquirente, imponendo a quest’ultimo il pagamento. Con l’aiuto di queste misure, il tax-gap italiano, che si è già ridotto del 3% dal 2011, potrebbe migliorare ancora rispetto all’attuale 27,5%.
I primi risultati si vedono. Nel 2015, in Europa, il gap è sceso di 8,7 miliardi e l’Iva prevedibile è aumentata del 4,2%, quella raccolta del 5,8%. Sempre in percentuale, il gap più elevato è in Romania (37,18%), che però ha anche subito il miglioramento più significativo. Alto anche in Slovacchia (29,4%) e Grecia (28,3%), dove è addirittura aumentato. La cifra è cresciuta leggermente anche in Belgio, Danimarca, Irlanda, Lussemburgo, Finlandia e Regno Unito. Il più basso invece, è in Spagna (3,5%) e Croazia (3,9%).
«Gli Stati membri non dovrebbero accettare perdite così elevate dall’Iva – sottolinea il commissario agli affari economici Pierre Moscovici – la Commissione sostiene gli sforzi per migliorare la raccolta nella Ue». In arrivo una nuova proposta di legge, che riguarderà le vendite transnazionali. «La nostra riforma aiuterà a tagliare le frodi transazionali dell’80% e a recuperare denaro molto importante per le casse statali», conclude Moscovici, che aggiunge: «Si possono fare progressi significativi solo se gli Stati concordano nel rendere l’attuale sistema Iva più semplice, più a prova di truffa e più business friendly».