HomeCronaca Italia e Unione Europea al primo posto per spese folli. Il rapporto della Corte dei conti

Italia e Unione Europea al primo posto per spese folli. Il rapporto della Corte dei conti

di Leonardo Rossi11 Febbraio 2013
11 Febbraio 2013

L’Italia paga e tanto, secondo la Corte dei Conti che ha parlato chiaro circa i problemi delle finanze statali. Truffe, corruzioni e ben altro continuano a rovinare la già dissestata economia nazionale. Dall’opera veneziana di Calatrava, che è costato al paese più per i risarcimenti ai turisti scivolati che l’opera in sé e per sé, si passa poi al maestro che, nelle Marche, si intasca gli alimenti destinati agli alunni.

Questo è il ritratto del paese che emerge dalla presentazione della procura generale della Corte dei Conti che ha messo insieme «le fattispecie di particolare interesse, anche sociale, rilevanti per il singolo contenuto e per il pregiudizio economico» considerate più rilevanti dai procuratori regionali. L’analisi ha fatto capire che nel 2012 il danno economico «si valuta in oltre 293,632 milioni di euro». Anche l’Unione Europea deve migliorare. Numeri folli per le spese sono emersi nei giorni precedenti: come i 2,6 milioni di spesa per bibite e cibi, o le medaglie e altre spese di ricevimento che hanno richiesto un ammontare di oltre un milione di euro.
 

La truffa di Genova. Ancora oggi, per esempio, si registra l’ennesima truffa ai danni dell’Inps. A Genova i finanzieri hanno denunciato, per truffa aggravata ai danni dello Stato, quattordici persone che continuavano a intascare la pensione di parenti morti, anche da molto da tempo. Il danno per le casse statali si aggira intorno a 740mila euro. Tra i casi più clamorosi, quello della donna che continuava a incassare senza averne diritto la pensione della madre, comprensiva dell’indennità di reversibilità del marito, scomparso da oltre quaranta anni.

I danni per lo Stato

Solo nel 2012 le Sezioni giurisdizionali regionali, da quanto si legge nella relazione del procuratore generale Salvatore Nottola, hanno inflitto 255 condanne per un risarcimento complessivo di 2,854 miliardi a vari enti pubblici: la maggior parte, 2,852 miliardi, per danni patrimoniali e 2,6 milioni per danni all’immagine. Al primo posto con il 39,2% figurano reati come la truffa e il falso, seguiti da concussione e corruzione 22,7%, poi peculato e appropriazione indebita 22,4%, abuso d’ufficio 4,3%, mentre altri reati sono l’11,4 per cento.

Le tante storie. Alcuni dei casi lasciano quasi senza parole: il parcheggio messo sotto sequestro a Genova perché insisteva in un sito sottoposto a vincolo storico-paesaggistico, fino al giro di mazzette nelle camere mortuarie a Milano; le già conosciute “consulenze inutili”, secondo una definizione stessa della magistratura contabile registrate soprattutto a Napoli e ancora, l’erronea utilizzazione del tariffario nelle Asl della Calabria per le prestazioni specialistiche e di laboratorio. Nei faldoni nel mirino dei magistrati contabili sono finite anche consulenze non lecite, con l’accusa di «imprudenza nella
stipulazione di contratti di finanza derivata» oppure «omessa riscossione delle imposte».

La sanità si guadagna la maglia nera. Nel 2012 si sono registrate ben 128 citazioni in materia sanitaria dalle procure regionali della Corte dei Conti, l’8,6% di queste hanno riguardato risarcimenti danni a terzi per errori sanitari. Il dato emerge dalle tabelle contenute nella relazione del procuratore generale dei giudici contabili Salvatore Nottola. Circa il 32%, invece, ha interessato il personale: assunzioni, inquadramenti, irregolari, assenteismo ecc., il 24,2% danni da attività contrattuale, l’11,7% le consulenze esterne e incarichi, il 2,3% danno all’immagine, l’1,6% danno al patrimonio e lo 0,8% i ritardati e mancati pagamenti. L’importo totale delle citazioni è di 53,825 milioni di euro. Quasi la metà in Campania con 25,181 milioni, cui segue a ruota il Lazio con 12,441 milioni.

L’Unione Europea. Ma anche in Ue le cose non funzionano. La Commissione dell’Unione Europea denuncia gli sprechi delle più di venti agenzie europee. Si mostri «maggiore solidarietà con i cittadini dell’Ue colpiti dalla crisi» ha detto in una missiva il commissario Ue al bilancio, Janusz Lewandowsk. E sono proprio queste istituzioni il problema europeo. Come l’Efsa, l’agenzia europea per la sicurezza alimentare. Una sua riunione costa in media 6.157 euro. Si sa veramente molto poco delle loro spese. Soltanto grazie al lavoro di indagine dell’eurodeputata romena Monica Macovei, da anni impegnata nella lotta alla corruzione, si sa che solo nel 2010, l’Efsa ha sborsato 49 milioni di euro in contratti esterni per cose come “comunicazione e gestione”. Le stramberie non sono finite qui. Il capo dell’Agenzia europea per l’ambiente, con sede a Copenaghen, è partito con alcuni dei suoi collaboratori per i Caraibi senza che venissero contate come ferie. Per studiare la biodiversità. Anche l’Europa ha i suoi problemi.

Leonardo Rossi.

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