Durante gli ultimi mesi, complice l’emergenza Covid-19, si è posta molta attenzione sull’ “Italia Digitale”, sui numeri del fenomeno e sui divari che ancora interessano il nostro Paese.
A seguito del ricorso alla didattica a distanza, sono emerse situazioni particolari, che dimostrano come non sia scontato, per tutte le famiglie, disporre di un computer e di una buona connessione internet.
Ad approfondire la questione, con un report sull’Italia digitalizzata, ci ha pensato Youtrend che, utilizzando i dati Istat relativi al decennio 2010-2019, ha provato a spiegare come è cambiato lo stato della digitalizzazione nelle diverse regioni d’Italia.
Dai dati raccolti emerge che vi è stato un aumento esponenziale dell’uso di internet negli ultimi anni, anche se rimangono delle differenze tra Nord e Sud.
“Se nel 2010, in media, circa una famiglia su due disponeva di accesso a internet da casa, – si legge nel report – nel 2019 questo numero si è alzato fino a sfiorare quota tre su quattro.
Il volume dell’incremento è stato piuttosto simile in ogni regione italiana, ma la differenza in termini assoluti rimane piuttosto marcata soprattutto tra Nord e Sud: nel 2019 disponeva di accesso a internet dalla propria abitazione circa l’81,1% delle famiglie trentine, mentre in Calabria la percentuale si fermavano al 67,3%.”
Inoltre “le differenze non si presentano solo nel confronto tra regioni, ma anche in quello tra aree urbane e aree rurali. Prevedibilmente, le zone d’Italia che registrano il maggior numero di famiglie connesse sono i centri e le periferie delle grandi aree metropolitane, dove nel 2019 circa l’80% delle abitazioni disponeva di una connessione a internet. La percentuale scende però progressivamente, passando dal 77,4% delle città con più di 50mila abitanti fino a toccare il 69,6% dei centri abitati da meno di 2mila residenti”.
Infine vi sono delle differenze che riguardano le età degli utenti di internet. Ad oggi, “il 71,2% degli over 65 e il 22,3% di coloro compresi tra i 45 e i 65 anni, dichiarano di non utilizzare questo strumento”.
Inoltre, tra il 2015 e il 2019 si è registrato un forte calo in diverse tipologie di attività, come la ricerca di informazioni su merci o servizi, l’invio e ricezione di e-mail e la vendita diretta di merci online, il download di giochi, musica, immagini o software.