E infine arriva il voto delle agenzie di rating. D’altronde era solo questione di tempo, visto l’esito delle elezioni e il pericolo di ingovernabilità: Fitch declassa il rating dei titoli di Stato italiani da A- a Bbb+. Intanto escono i primi, allarmanti dati Istat sul Pil italiano nel nuovo anno: già -1% da inizio 2013. Presentato dall’istituto anche “Bes2013”, il primo rapporto sullo stato di salute del paese con indicatori del benessere sociale che integrano i dati del prodotto interno lordo.
Il taglio del rating. Il giudizio, che toglie qualsiasi “A” alla qualità dei nostri titoli di stato, riflette “il risultato inconcludente delle elezioni”, fanno sapere dall’agenzia Fitch. L’agenzia prevede anche una contrazione del Pil italiano dell’1,8% nel 2013 e un debito vicino al 130%.
Il rallentamento dell’economia italiana prospetta, infatti, secondo gli ultimi rilevamenti, una crisi più profonda e prolungata del previsto e mette a rischio lo sforzo di risanamento di bilancio, aumentando i rischi del settore finanziario. “Un declassamento che non fa piacere – ha commentato il ministro dell’Economia Grilli in un’intervista all’emittente americana Cnbc – ma negli ultimi due anni molto spesso le agenzie di rating si sono solo adeguate a situazioni già consolidate dal mercato, per cui la decisione non sorprende vista la debolezza economica cui si è aggiunta l’incertezza politica”.
“Il Tesoro cercherà di fare di tutto per mettere in sicurezza il nostro Paese – ha poi rassicurato Grilli – e mi aspetto che nei prossimi giorni ci sia chiarezza sulle scelte di governo”.
Gli ultimi dati Istat-Cnel. Nel 2012 il Pil italiano aveva chiuso con una perdita del -2,4% ma il calo non sembra subire battute d’arresto. Il -1% registrato dall’Istat già per il primo trimestre del 2013 non fa ben sperare. Destano preoccupazione anche gli esiti del “Bes2013”, una ricerca curata dall’Istituto Superiore di Statistica in collaborazione con il Cnel, il Consiglio nazionale economia e lavoro. Secondo il rapporto sono 6,7 milioni gli italiani in gravi difficoltà economiche: tra il 2010 e il 2011, il cosiddetto indicatore della “grave deprivazione” è salito dal 6,9% all’11,1%. Cresce inoltre il livello di disuguaglianza, quello misurato attraverso il rapporto tra il reddito posseduto dal 20% più ricco della popolazione e il 20% più povero: si va dal 5,2% del biennio 2008-2010 al 5,6% del 2011.
Giulia Di Stefano
Italia declassata da Fitch: il debito italiano scende a Bbb+. Pil in caduta libera: -1% nel 2013
11 Marzo 201351