Una proroga di (almeno) altre due settimane. Le misure di contenimento dell’epidemia di coronavirus – la cui fine era momentaneamente prevista per il 3 aprile – saranno estese sicuramente fino a Pasqua, poi si vedrà. “Il governo si muoverà in questa direzione”, ha annunciato il ministro della Salute Roberto Speranza.
Si va dunque verso una proroga del Dpcm, senza deroghe. Non ci saranno novità sulle disposizioni per contrastare l’emergenza sanitaria. La firma del primo ministro Giuseppe Conte arriverà tra domani e giovedì: prima dell’annuncio, ci sarà molto probabilmente un Consiglio dei ministri per prendere di concerto la decisione. Su cui ormai non ci sono più dubbi.
Dopo i numeri su contagiati, guariti e deceduti degli ultimi giorni, a Palazzo Chigi si è iniziato a parlare con più insistenza della “riapertura” del Paese. Gli esperti infatti ritengono che in questo momento l’Italia stia attraversando il picco dell’epidemia, che nelle prossime settimane andrà diminuendo. 5-16 maggio, sono i dieci giorni segnati in rosso sul calendario: per allora sono previsti zero contagi su tutta la penisola. Ma in alcune regioni il risultato arriverà anche prima: si parla del 7 aprile per Liguria, Basilicata e Umbria.
Per questo il Comitato tecnico-scientifico della Protezione Civile sta cercando di rispondere a un altro quesito: non “quando” ne usciremo (non prima di Pasqua), ma “come”. Di certo c’è solo che non si tornerà subito alla vita pre-epidemia e che sarà una ripartenza graduale.
A riaprire per prime saranno le industrie che possono far lavorare in sicurezza (con dispositivi di protezione e a debita distanza) i propri dipendenti. Per negozi e ristoranti si parla di apertura scaglionata a seconda della tipologia di esercizio: potranno riaprire subito gli artigiani; poi bar e ristoranti, a patto di far rispettare al loro interno la distanza di sicurezza di almeno un metro tra gli avventori; infine barbieri, parrucchieri e saloni di bellezza, che potrebbero dover aspettare qualche giorno in più. Gli ultimi a ricominciare saranno molto probabilmente teatri, cinema e discoteche; mentre ancora non è stata presa una decisione sui concerti estivi in luoghi aperti.
Si sta pensando anche a una diversificazione dei tempi di fine auto-isolamento per fasce d’età (forse anche per genere, considerato che le donne si ammalano meno frequentemente di Covid-19): i più anziani, persone più a rischio, potrebbero essere costretti a casa un po’ di più rispetto ai più giovani.