L’osservatorio civico Openpolis, partendo dal rapporto dell’Istat sul benessere equo e sostenibile del 2017, ha esaminato la situazione del sistema educativo nel nostro Paese. Il principale aspetto considerato è quello dello stato dell’istruzione e della formazione in Italia, analizzato con una serie di dati che enunciano quali aspetti siano migliorati e quali invece restano critici.
GLI INDICATORI QUALITATIVI
Il grado di istruzione e formazione viene analizzato attraverso undici indicatori. Tra gli elementi in peggioramento spiccano le iscrizioni alle scuole d’infanzia e la partecipazione culturale, mentre sale il passaggio dai licei alle università e la percentuale di laureati. Emergono dati positivi dalla prospettiva di lungo periodo; dal 2010 al 2017 la maggior parte degli indicatori ha infatti mostrato segnali di avanzamento.
LA DISTANZA CON L’EUROPA
Tuttavia, nonostante le percentuali di miglioramento, persiste il divario con gli altri Paesi dell’Unione Europea. Nel rapporto dell’Istat si legge che “gli indicatori dell’istruzione in Italia si mantengono significativamente inferiori rispetto a quelli della media europea”. L’Italia è infatti lontana dalla media Ue sia per la quota dei diplomati che per il grado di scolarizzazione.
LE PROBLEMATICHE AL SUD
In particolare dal rapporto Bes emerge una situazione critica nel Meridione. L’Italia, si legge, è quarta nella Ue per quota di giovani che lasciano prematuramente gli studi. Un fenomeno che colpisce prevalentemente il Sud Italia, indietro sul grado di istruzione rispetto al Centro e al Nord. La percentuale di persone diplomate è del 52,5%, mentre nel centro-nord sfiora i due terzi del totale. Il Mezzogiorno presenta inoltre un dato più basso nella quota degli iscritti all’università (46,5% contro 53%) e nella percentuale di laureati (21,6 contro 30%).