In Italia torna la deflazione. Secondo i dati istat relativi a Ottobre l’inflazione risulta in calo dell’ 0,1% su base mensile e dell’0,2 % su base annua. Un passo indietro rispetto alla ripresa di settembre, che segnava una crescita dell’0,1 %. Il fenomeno deflazionistico sarebbe concentrato nella voce “beni energetici” (dal 3,4% al 3,6%). Colpiti dalla deflazione anche altri settori: alimentari non lavorati (-0,4%, da +0,4% di settembre) e i servizi ricreativi, culturali e della cura della persona; la cui crescita si azzera dal +0,6% di settembre.
Tra le città più colpite dalla deflazione di ottobre compare Milano. Il capoluogo lombardo, rivela l’Istat, presenta un calo tendenziale dell’1,85%. “Un calo dovuto al confronto con Ottobre 2015, quando c’era stata una forte impennata dei prezzi degli alberghi in concomitanza con l’ultimo mese di svolgimento dell’Expo” ha spiegato in una nota l’Istituto Nazionale di Ricerca. La metropoli lombarda è seguita da Potenza(-0,6%) e Torino, Ancona, Roma e Palermo (-0,3% per tutte e quattro). Più contenuta la diminuzione a Genova (-0,1%). Trend inverso per Napoli e Bolzano, le due città registrano un aumento dei prezzi (0,5% per entrambi). L’aumento minore è a Firenze (+0,1%), mentre a Perugia e Catanzaro i prezzi sono fermi su base annua.
La deflazione è un pericolo per la stessa Bce. Una spirale negativa che potrebbe inghiottire gli acquisti in vista dei sconti maggiori. Il fenomeno scatenerebbe una depressione sull’intera economia, ma anche sulla crescita del Pil. Senza un aumento dei prezzi il costo reale dei debiti sarebbe maggiore. Un tema purtroppo centrale nello Stato italiano, dove il bilancio pubblico risulta aggravato dai debiti. “Raddoppia la deflazione rispetto alle previsioni iniziali. Segno che i consumi stanno scendendo e che le famiglie faticano sempre più ad arrivare a fine mese”, commenta Massimiliano Dona, segretario dell’Unione Nazionale Consumatori, leggendo i dati Istat.
