ROMA – In Italia cresce la povertà assoluta. Nel 2022 5,6 milioni di individui e oltre 2 milioni di famiglie non hanno potuto sostenere le spese essenziali per condurre uno standard di vita minimamente accettabile. Significa che in Italia quasi un residente su dieci non ha garantiti acqua, cibo, vestiario e abitazione. Il quadro emerge dal report annuale sulla povertà redatto dall’Istat. Il trend è in aumento dal 2019. Il dato sugli individui in povertà assoluta, in particolare, nel 2021 si era attestato al 9,1%. Ora è schizzato al 9,7%. Per le famiglie si è passati invece dal 7,7% del totale all’8,3%.
Nel 2022 famiglie in #povertàassoluta sono 8,3% del totale, 7,7% nel 2021. Peggioramento imputabile in larga misura alla forte accelerazione dell’inflazione. Quasi un individuo su 10 (9,7%) è in condizione di povertà assoluta, 9,1% nel 2021.
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— Istat (@istat_it) October 25, 2023
Oltre un milione di minori in povertà assoluta
La povertà assoluta non risparmia neanche i minori (1,27 milioni, pari al 13,4%), nonostante il valore sia rimasto stabile rispetto al 2021 (12,6%). L’incidenza di povertà assoluta, in particolare, aumenta al crescere del numero di figli minori presenti in famiglia (6,5% per le coppie con un figlio minore, 10,6% per quelle con due figli e 21,0% per le coppie con tre o più figli) ed è elevata tra le famiglie mono-genitore con minori (13,3%). Dati che variano molto a seconda della condizione lavorativa della persona di riferimento: 9,4% se occupata (15,6% se operaio) e 22,8% se non occupata. Le famiglie con almeno uno straniero in cui sono presenti minori, infine, mostrano un’incidenza di povertà pari al 30,7%, circa quattro volte rispetto a quello delle famiglie di soli italiani con minori (7,8%). Dati, in ogni caso, inaccettabili per un paese come l’Italia, che, oltre ai vincoli costituzionali, recepisce in merito gli obblighi derivanti dalla Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia.
Le cause
Complici anche la pandemia e gli effetti della guerra in Ucraina, “il peggioramento – segnala l’Istat – è imputabile in larga misura alla forte accelerazione dell’inflazione”, che in questo momento si attesta al 5,3% su base annua. Con riferimento allo scorso anno, come riportato da Forbes, “l’inflazione italiana nel 2022 è cresciuta del +8,1%, un aumento significativo se confrontato con il +1,9% registrato nel 2021. Si tratta della crescita media annua più alta degli ultimi 37 anni”.
L’Italia spaccata
Le disuguaglianze economiche non riflettono soltanto le disparità di trattamento salariale, ma anche l’area geografica di riferimento. L’incidenza delle famiglie in povertà assoluta, infatti, si conferma più alta al Sud (11,2%). Il dato è invece più contenuto nel Nord-est (7,9%) e nel Nord-ovest (7,2%).
Stabile la povertà relativa
Nel 2022 risulta stabile rispetto la povertà relativa, per un totale di 8,6 milioni di individui (14,8%) e oltre 2,8 milioni di famiglie (10,9%). Rispetto a quella assoluta, la povertà relativa è legata alla disuguaglianza nella distribuzione della spesa per consumi e individua le famiglie povere tra quelle che presentano una condizione di svantaggio rispetto alle altre. L’Istat spiega che l’incidenza di povertà relativa è più alta nelle famiglie numerose, passando dall’8,5% delle famiglie con 2 componenti al 35% delle famiglie con 5 o più componenti. Nel Mezzogiorno si registra l’incidenza di povertà relativa più alta (20,5% per le famiglie e 25,3% per gli individui), nel Nord quella più bassa (rispettivamente 6,3% per le famiglie e 9,2% per gli individui).