Nel 2016 il Pil italiano è cresciuto, in termini grezzi, dello 0,9% rispetto al 2015. E’ il dato diffuso dall’Istat in base alla stima flash, in attesa di pubblicare, il prossimo primo marzo, i numeri definitivi sull’andamento economico del nostro Paese. Il dato corretto per gli effetti di calendario segna invece un aumento dell’1%, considerando che nel 2016 vi sono state due giornate lavorative in meno rispetto all’anno precedente.
Si tratta di un risultato migliore rispetto a quanto aveva previsto il governo nel documento programmatico di bilancio dello scorso ottobre, nel quale era stato ipotizzato un aumento dello 0,8% (dopo il +0,7% del 2015) per il prodotto interno lordo, nonché della crescita più sostenuta, per la nostra economia, dal 2010, quando era stato registrato un +1,7%. I numeri odierni sono invece in linea con le previsioni diffuse nei giorni scorsi dall’Unione Europea, secondo cui la nostra economia crescerà allo stesso ritmo nel 2017, per accelerare fino ad un +1,1% nel 2018.
La variazione congiunturale è la sintesi di un aumento del valore aggiunto nell’industria e nei servizi, e di una contemporanea diminuzione nel comparto agricolo. Dal lato della domanda, sottolinea l’Istat, vi è un contributo positivo della componente nazionale, al lordo delle scorte, ed un apporto negativo della componente estera netta. Si tratta in ogni caso di un dato che lo stesso istituto di statistica definisce “molto provvisorio” e che quindi dovrà essere confermato.
Nel quarto trimestre 2016, il Pil italiano corretto per gli effetti del calendario destagionalizzato è cresciuto dello 0,2% rispetto ai tre mesi precedenti e dell’1,1% rispetto allo stesso periodo del 2015. Un dato che mostra un lieve rallentamento rispetto al +0,3% che era stato registrato nel terzo trimestre. Quanto alla variazione acquisita del Pil per il 2017, ovvero la crescita che si otterrebbe in presenza di una variazione congiunturale nulla nei restanti tre trimestri dell’anno in corso, questa è pari al +0,3%.