L’Italia raggiunge un nuovo record negativo. Nei primi nove mesi di quest’anno le nascite sono già 12 mila e 500 in meno rispetto allo stesso periodo del 2020, quasi il doppio di quanto osservato nello stesso periodo l’anno precedente. Prosegue dunque la tendenza negativa del 2020, quando i nati furono 404.892 (-15 mila sul 2019). A renderlo noto è il report Istat sulla natalità e fecondità della popolazione residente in Italia. A pesare sul dato anche l’effetto della pandemia.
Lo scorso anno il numero medio di figli nati da donne di cittadinanza italiana è stato pari a 1,17. Si tratta del numero più basso di sempre. Dal 2012 al 2020 sono diminuiti anche i nati con almeno un genitore straniero, quasi 19 mila in meno. Il calo si è accentuato nei mesi di novembre e dicembre, periodo in cui si cominciano a contare le nascite concepite all’inizio dell’ondata di Covid-19. “Il nuovo record minimo delle nascite e l’elevato numero di decessi (740 mila) aggravano la dinamica naturale negativa che caratterizza il nostro Paese”, sottolinea l’Istituto.
Il rapporto dell’Istat evidenzia inoltre che, confrontando i tassi di fecondità per età del 1995, del 2010 e del 2020, si osserva uno spostamento verso età sempre più mature. Rispetto al 1995, i tassi di fecondità sono cresciuti nelle età superiori a 30 anni mentre continuano a diminuire tra le donne più giovani. Questo fenomeno è ancora più accentuato considerando le sole cittadine italiane per le quali, confrontando la fecondità del 2020 con quella del 2010, il recupero della posticipazione si osserva solo a partire dai 38 anni. I dati sul ‘Censimento della popolazione e dinamica demografica 2020’, raccolti sempre dall’Istat, fanno notare una diminuzione generale della popolazione in Italia con numeri maggiori nelle regioni del sud Italia e nelle Isole. Entro la fine dell’anno secondo il presidente nazionale dell’Istat Giancarlo Blangiardo “in Italia gli abitanti saranno meno di 59 milioni”.