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HomeCultura Istat, mai così pochi nati in Italia

In Italia sempre meno figli
record negativo di nascite
incide anche la pandemia

In media si diventa madri a 31,4 anni

la popolazione sotto quota 59 milioni

di Francesca Funari14 Dicembre 2021
14 Dicembre 2021
Foto Ansa

epa04158490 Spanish Fernando Silva holds his newborn son at the Leiria Hospital, Portugal, 07 April 2014. Last year Leiria Hospital resgisterd the birth of 1827 babies in a country that is seen in the last years a steady natality downfall. In Portugal the fertility rate has falling in the last years due to the austerity measures and to the huge emmigration wave of the Portuguese Youth. In the last two years more than 200,000 young people left the country searching for a better future. Fortunately there are still young couples wishing to have children despite the harsh social and economic conditions. EPA/PAULO CUNHA

L’Italia raggiunge un nuovo record negativo. Nei primi nove mesi di quest’anno le nascite sono già 12 mila e 500 in meno rispetto allo stesso periodo del 2020, quasi il doppio di quanto osservato nello stesso periodo l’anno precedente. Prosegue dunque la tendenza negativa del 2020, quando i nati furono 404.892 (-15 mila sul 2019). A renderlo noto è il report Istat sulla natalità e fecondità della popolazione residente in Italia. A pesare sul dato anche l’effetto della pandemia.

Lo scorso anno il numero medio di figli nati da donne di cittadinanza italiana è stato pari a 1,17. Si tratta del numero più basso di sempre. Dal 2012 al 2020 sono diminuiti anche i nati con almeno un genitore straniero, quasi 19 mila in meno. Il calo si è accentuato nei mesi di novembre e dicembre, periodo in cui si cominciano a contare le nascite concepite all’inizio dell’ondata di Covid-19. “Il nuovo record minimo delle nascite e l’elevato numero di decessi (740 mila) aggravano la dinamica naturale negativa che caratterizza il nostro Paese”, sottolinea l’Istituto.

Il rapporto dell’Istat evidenzia inoltre che, confrontando i tassi di fecondità per età del 1995, del 2010 e del 2020, si osserva uno spostamento verso età sempre più mature. Rispetto al 1995, i tassi di fecondità sono cresciuti nelle età superiori a 30 anni mentre continuano a diminuire tra le donne più giovani. Questo fenomeno è ancora più accentuato considerando le sole cittadine italiane per le quali, confrontando la fecondità del 2020 con quella del 2010, il recupero della posticipazione si osserva solo a partire dai 38 anni. I dati sul ‘Censimento della popolazione e dinamica demografica 2020’, raccolti sempre dall’Istat, fanno notare una diminuzione generale della popolazione in Italia con numeri maggiori nelle regioni del sud Italia e nelle Isole. Entro la fine dell’anno secondo il presidente nazionale dell’Istat Giancarlo Blangiardo “in Italia gli abitanti saranno meno di 59 milioni”.

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