“In Italia, il periodo di recessione ha colpito in maniera più grave la componente indipendente dell’occupazione, acuendo una tendenza alla riduzione già presente prima dell’affacciarsi della crisi”. È l’allarme lanciato dall’Istat che osserva come tra il secondo trimestre 1998 e il secondo 2008 i lavoratori indipendenti sono diminuiti dello 0,6% a fronte di un incremento del 15,6% dei dipendenti. Soltanto i dati più recenti mostrano per il secondo trimestre 2018 una leggera ripresa degli indipendenti (+0,6% su base annua).
L’Istat ha presentato alcuni approfondimenti tematici riguardo al lavoro indipendente in Italia, sulla base dei dati della Rilevazione sulle forze di Lavoro che sono stati raccolti nel secondo trimestre del 2017.
Emerge che in nove anni sono scomparsi 642 mila lavoratori autonomi. Tra il secondo trimestre 2008 e il secondo trimestre 2017 l’Istat stima che gli occupati indipendenti si sono ridotti del 10,7% mentre i dipendenti sono aumentati del 2,7%. In particolare sono diminuiti i datori di lavoro, che hanno registrato una flessione di 232 mila unità (-14,2%). Il lavoro indipendente presenta profili professionali diversi e livelli di autonomia differenti che si possono dividere in tre gruppi: autonomi con dipendenti (1 milione e 401 mila), autonomi “puri” senza dipendenti (3 milioni 314 mila) e lavoratori parzialmente autonomi (338 mila).
“Se da un lato la diminuzione del peso degli indipendenti tra il 2008 e il 2017 avvicina l’Italia al dato medio europeo, dall’altro questa sembra essere stata accompagnata da un processo di ricomposizione che ha coinvolto in misura particolare alcuni specifici profili”, continua l’istituto di statistica. Alla riduzione di collaboratori e al calo di coadiuvanti familiari, soci di cooperativa e lavoratori in proprio si contrappone la crescita dei liberi professionisti senza dipendenti.