ROMA – A dicembre, il clima di fiducia delle imprese torna a salire dopo quattro mesi consecutivi di ribasso e raggiunge il livello più elevato dallo scorso luglio, da 103,5 a 107,2. A comunicarlo è l’Istat che segnala, inoltre, “un diffuso miglioramento delle opinioni dei consumatori soprattutto sulla situazione economica generale e sulla situazione futura”.
Codacons e Unione nazionale dei consumatori parlano di “effetto Natale”, sottolineando come il periodo delle festività abbia “alimentano il clima di fiducia nei vari settori” e contribuito al “forte calo dell’inflazione registrato negli ultimi due mesi e alla frenata dei prezzi dell’energia”. “Un fatto certo positivo – ha fatto sapere Unc – ma che non deve trarre in inganno illudendoci sul futuro”.
Anche Confcommercio si esprime positivamente: “Il 2023 si chiude bene”, fa sapere l’Ufficio Studi che, in una nota, aggiunge: “La repentina sconfitta dell’inflazione non può essere considerata definitiva. Ma le prospettive sono molto buone e nei primi sei mesi dell’anno è ragionevolmente ipotizzabile una riduzione dei tassi guida”. Un parere condiviso anche da Confesercenti, secondo cui si tratta di dati in linea con il recente sondaggio Confesercenti Ipsos: “Il dato odierno diffuso dall’Istat fa ben sperare – hanno fatto sapere – ma resta comunque il nodo dei tassi di interesse, che la Bce ha dichiarato di non voler ridurre e che impatta sui circa 4 milioni di famiglie con mutuo, a cui si aggiungono quelle che hanno effettuato acquisti rateizzati”.
Scendendo più nel dettaglio, l’Istat ha registrato un “aumento nei servizi di mercato con un indice che passa da 96,7 a 106,4”. Un incremento più contenuto per quanto riguarda invece il commercio al dettaglio, da 017,5 a 107,8. Un peggioramento, invece, si stima nella fiducia della manifattura.