Mai così in calo dal 2009 i dati sulle esportazioni italiane all’estero. Secondo la nota dell’Istat sul “Commercio con l’estero e prezzi all’import”, relativa al mese di dicembre 2020, il commercio in uscita dal Paese ha visto una contrazione del 9,7%, mentre l’importazione è diminuita del 12.8%. Lo scorso marzo, secondo l’Istituto di statistica, dopo il primo crollo dovuto all’impatto della pandemia, la curva era tornata a crescere ma i numeri del report descrivono una nuova “flessione per entrambi i flussi commerciali con l’estero” per l’ultimo mese dell’anno.
La contrazione delle esportazioni su base annuale, secondo le indagini, è “dovuta per oltre un terzo al calo delle vendite di beni strumentali”, come macchinari, apparecchi, prodotti petroliferi raffinati e articoli in pelle. Le vendite hanno subito un rallentamento in tutti i principali mercati di sbocco, con stesse percentuali tra Paesi dell’area Ue ed extra Ue. Le diminuzioni più marcate si registrano i Paesi del nord Africa e del sud-est asiatico, mentre risulta molto limitato il calo dell’export verso la Cina, gli Stati Uniti, la Germania e il Regno Unito.
Il solo Made in Italy in crescita all’estero, nell’anno della pandemia globale, è quello di farmaci, di cibo, bevande e tabacco. Le esportazioni di prodotti agroalimentari dall’Italia sono in aumento dell’1,8% e la Coldiretti ha segnalato come questi mesi abbiano provocato una svolta salutista nei consumatori a livello internazionale. Ad essere avvantaggiate sono state le esportazioni di conserve di pomodoro, pasta, olio di oliva, frutta e verdura; in calo del 3% il vino, colpito dalla chiusura dei ristoranti, principale mercato di sbocco per le bottiglie di alta qualità. Nonostante il calo di dicembre, Istat sottolinea che la dinamica dell’export nel quarto trimestre è positiva nel confronto con il trimestre precedente e che il trend delle vendite è in aumento.