L’indice di fiducia delle imprese a maggio registra “il valore minimo dall’inizio della serie storica”. A rilevarlo è l’Istat, che questa mattina ha diffuso gli ultimi dati raccolti sulla fiducia di consumatori e imprese, i primi dopo il lock-down.
Le stime evidenziano una caduta della fiducia, rispetto a marzo, nel settore dei servizi di mercato (l’indice passa da 75,7 a 38,8), del commercio al dettaglio (da 95,6 a 67,8) e delle costruzioni (da 139,0 a 108,4). Nella manifattura, l’indice di fiducia registra una flessione “relativamente più contenuta”, passando da 87,2 a 71,2, mantenendosi comunque “su livelli storicamente bassi”.
Tra gennaio e febbraio l’asticella si collocava oltre un valore pari a 99. A dicembre scorso faceva ancora meglio, sopra quota 100. Già a marzo il calo era stato brusco (79,5). Il morale non ha fatto che abbassarsi, quindi. Anche se non sappiamo cosa sia accaduto ad aprile quando l’Istat, proprio a causa delle difficoltà connesse all’emergenza sanitaria, ha dovuto sospendere l’indagine.
“I dati sulla fiducia sono allarmanti: l’emergenza sanitaria ed economica causata dalla pandemia ha letteralmente travolto le imprese, in particolare quelle attive nel commercio, nei servizi di mercato e nel turismo”. Così Confesercenti commenta le stime dell’Istat sulla fiducia di maggio.
“Un deterioramento del clima di fiducia era prevedibile e atteso, ma in alcuni settori la flessione è peggiore di quanto immaginato”, dice la presidente di Confesercenti, Patrizia De Luise. “Per le imprese adesso a destare preoccupazione è la carenza di liquidità, necessaria a far fronte alle spese e ad assicurare stipendi. Vincoli di accesso al credito troppo stringenti e ristori in ritardo rischiano di incidere negativamente sul tessuto produttivo e sulle possibilità di ripresa”.
E poi l’appello: “Serve una svolta. In un quadro così complicato, è necessario agire subito. Siamo vicini ad un punto di non ritorno, e per questo le misure predisposte dal Governo per il sostegno dell’economia devono diventare subito operative e fruibili dalle imprese”.