È stato firmato dal premier Mario Draghi il nuovo Dpcm sul green pass. Dal 1° febbraio cambia la durata del Green Pass, da nove a sei mesi. Per entrare in supermercati, alimentari, farmacie, parafarmacie, ottici e benzinai non servirà il super certificato verde. Le tabaccherie sono escluse, mentre nelle attività essenziali verranno comunque effettuati dei controlli a campione. Ma nelle attività dove si vendono più prodotti, non sarà consentito acquistare beni non primari. L’accesso a strutture sanitarie e veterinarie sarà sempre consentito senza il pass, così come negli uffici giudiziari e delle forze di polizia per presentare denunce. Non sarà però possibile andare in un ufficio postale a ritirare la pensione se non si ha il Green Pass.
In arrivo sostegni economici
Dal sostegno alle attività chiuse a causa del Covid, come le discoteche, a fondi per il turismo, la cultura, lo sport. Sono alcune delle misure previste dalla bozza del nuovo decreto per i Sostegni, in ingresso in Cdm. Saranno destinati 1,6 miliardi di euro nei settori del turismo, cultura, sport, tessile, moda, catering, eventi. Alcune delle norme sono ancora incomplete e il testo è suscettibile di modifiche. Tra le misure compare anche la proroga fino al 31 marzo dei bonus terme non ancora utilizzati.
Le regioni a rischio
Rimane in vigore il sistema delle colorazioni delle regioni. I dati aggiornati indicano che Abruzzo, Friuli Venezia Giulia, Piemonte e Sicilia dovrebbero raggiungere la Valle d’Aosta nella zona arancione. La Sardegna e la Puglia, invece, vanno verso la zona gialla. La Liguria rimarrà gialla, come confermato dal presidente della Regione Giovanni Toti, che ha aggiunto: “Questa classifica di colori è diventata francamente stucchevole”. Uniche zone bianche dovrebbero essere Umbria, Molise e Basilicata.
Il monitoraggio dell’Iss
L’Rt settimanale, che calcola l’andamento dei casi sintomatici Covid, scende a 1,31, la settimana scorsa era dell’1,56. È la valutazione del monitoraggio dell’Istituto superiore di sanità e del Ministero della Salute secondo cui l’incidenza settimanale a livello nazionale si è stabilizzata, ed è pari a 2011 ogni 100mila abitanti, rispetto a 1988 della scorsa settimana. Bolzano, Trento ed Emilia Romagna registrano i valori più alti in tutta Italia. Nel report viene segnalata la rapida crescita dei contagi tra medici, infermieri e altri lavoratori della sanità. Nell’ultimo mese sono stati 47.607 a fronte di 3.412.930 casi complessivi in Italia. I dati di una settimana fa, aggiornati sempre su base mensile, riportavano 2.432.925 casi totali, di cui 34.446 tra gli operatori sanitari. Nonostante questo la crescita dell’epidemia rallenta, ma secondo l’Iss c’è una possibile sottostima a causa di problemi rilevati dalle regioni nell’invio dei dati.
Aumentano i ricoveri in area medica
Rimane stabile il tasso di occupazione in terapia intensiva, al 17,3%, rispetto al 17,5% del 3 gennaio. Marche (23,9%), Friuli Venezia Giulia (22,9%) e Piemonte (22,8%) le regioni con le percentuali maggiori. Sale al 31,6%, invece, il tasso di occupazione in aree mediche a livello nazionale, una settimana fa era al 27,1%. In questo caso sono Valle d’Aosta (54,4%), Calabria (40,1%) e Liguria (39,7%) le regioni in cui il tasso di occupazione dei posti letto per pazienti Covid è più alto. Inoltre, i dati di ieri registrano un calo dei tamponi e dei contagi, mentre è in aumento il numero dei decessi giornalieri.
Fadoi: “Cifre vicine al 2020”
Sul tema lancia l’allarme la Federazione internisti ospedalieri (Fadoi) con una survey condotta in 14 regioni. La ricerca sottolinea che il numero di ricoverati è di 20mila, “un numero non lontano dai 25mila dello tsunami della prima ondata nella primavera 2020”. I ricoverati ‘con’ e non ‘per’ Covid sono circa un 20% dei positivi. La quota dei non vaccinati tra i ricoverati è del 60%.