GAZA CITY – L’Egitto aprirà il valico di Rafah. Al momento risulta ancora fuori servizio, ma macchinari per riparare le strade sono stati inviati attraverso il valico di frontiera. Il valico tra Egitto e la striscia di Gaza è l’unico a non essere controllato da Israele ed è l’unico punto di accesso per permettere l’entrata di aiuti umanitari a Gaza. Centinaia di camion sono parcheggiati davanti alla frontiera in attesa del via libera. “Il presidente egiziano Al-Sisi e quello statunitense Joe Biden hanno concordato la fornitura di aiuti umanitari alla Striscia attraverso il valico di Rafah in maniera sostenibile”, ha detto il portavoce della presidenza Ahmed Fahmy in un comunicato stampa. Mentre è in arrivo sul territorio egiziano un volo speciale da Mosca con circa 27 tonnellate di aiuti.
Sul territorio iracheno, invece, le forze di coalizione sono rimaste lievemente ferite dopo un’ondata di attacchi di droni contro le basi Usa, nel nord del paese. Tre droni hanno preso di mira la base aerea di Asa ma le forze americane li hanno intercettati tutti. Due sono stati distrutti, mentre uno ha provocato alcuni feriti.
Gli attacchi di Israele
Intanto l’esercito israeliano non si ferma. L’esercito israeliano ha ucciso Jehad Mohaisen, capo della Sicurezza nazionale di Hamas, secondo quanto riferito da fonti locali, mentre secondo quanto riferito dal ministro della Sanità di Gaza, i morti sono arrivati a 3.500 con oltre 12.000 feriti.
Un commando è entrato nella Striscia di Gaza nel tentativo di localizzare o acquisire informazioni sui dispersi israeliani. Secondo il portavoce militare di Tel Aviv, Daniel Hagari, sarebbero circa 203 gli ostaggi nelle mani di Hamas, mentre 30 sarebbero nelle mani della Jihad islamica. Sotto il mirino dell’esercito israeliano la ricerca dei terroristi nelle zone a ridosso di Gaza. Questa mattina, invece, l’esercito israeliano ha ucciso in un attacco Jamila al-Shanti, la leader dell’Ufficio politico di Hamas. La donna era la moglie di Abdel Aziz al-Rantisi, co-fondatore del gruppo terroristico ucciso nel 2004 durante la seconda Intifada.
La strage dell’ospedale a Gaza
Morte, distruzione e molti dubbi circondano ancora la strage dell’ospedale di Gaza, dove hanno perso la vita circa 500 palestinesi. Per gli israeliani, video, foto e strumenti di geolocalizzazione tentano di dimostrare che a provocarla sia stato un razzo della Jihad islamica, gruppo terroristico vicino ad Hamas. L’esercito di Tel Aviv ha diffuso un video girato da un drone il giorno dopo l’esplosione. “Gli edifici intorno all’ospedale non sono stati danneggiati e il danno derivante dal lancio del razzo non è simile ad un cratere provocato da un attacco aereo”, fanno sapere le Forze di difesa israeliane. Dal canto suo, Hamas ribadisce le accuse a Israele e richiama la nazione islamica e tutti gli uomini liberi nel mondo “a dimostrare il loro sostegno attraverso marce e dimostrazioni in solidarietà del popolo palestinese”, come confermano le parole del portavoce di Hamas, Abdel Latif Kanua.