GAZA CITY – Continuano le operazioni dell’esercito israeliano nella Striscia di Gaza e suonano le sirene d’allarme a nord e sud di Israele per i nuovi attacchi dal Libano meridionale e per lanci di razzi palestinesi. Nella notte di giovedì 16 novembre alcuni aerei militari hanno colpito obiettivi militari di Hamas e le forze di difesa israeliane hanno preso il controllo di una roccaforte della Jihad islamica a nord di Gaza City. “La roccaforte conteneva gli uffici dei capi terroristi dell’organizzazione e un sito per la produzione di armi”, ha riferito il portavoce dell’esercito di Israele. L’esercito israeliano, dopo il lancio di un missile antitank libanese, ha iniziato a colpire numerosi obiettivi di Hezbollah. Il portavoce militare di Israele ha fatto sapere che sono state colpite “infrastrutture militari”, tra cui un deposito di armi”. I report palestinesi, inoltre, affermano l’uccisione di Ahmed Bahar, membro di rilievo dell’ala politica di Hamas.
Il conflitto si intensifica in Cisgiordiania dove, nella mattina del 17 novembre, un’operazione militare israeliana ha provocato due vittime nella città di Jenin. Sette sono invece i feriti, di cui due in gravi condizioni. Inoltre, si apprende dai media locali che le Forze di difesa israeliane hanno circondato l’ospedale Ibn Sina della città. L’Israeli Public Broadcasting Corporation, la radio pubblica israeliana, ha riferito che altri due palestinesi sono stati uccisi nella città di Hebron. Secondo le prime ricostruzioni, le due vittime avrebbero condotto la loro auto contro una postazione di sicurezza e sarebbero state uccise dal fuoco di reazione. Secondo quanto si apprende da un comunicato diffuso sugli account social della Resistenza islamica in Iraq, combattenti filo-iraniani presenti in Siria hanno preso di mira la base militare statunitense di Tell Baydar, nella Siria nord-orientale.
Sul fronte degli aiuti umanitari, invece, la situazione si è sbloccata. Circa 150 mila litri di gasolio destinati agli ospedali della Striscia sono usciti dal valico di Rafah. È quanto riferisce l’emittente statale al Qahera dopo l’appello dell’Onu. Per l’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi “Non ci sarà un’operazione di aiuto transfrontaliero a causa della mancanza di carburante”. Al momento, circa 606 persone provenienti dalle zone del conflitto stanno attraversando il valico verso l’Egitto. Questa mattina inoltre l’esercito israeliano ha annunciato il recupero del corpo di Noa Marciano, la soldatessa presa in ostaggio da Hamas, trovato in una struttura adiacente l’ospedale Shifa a Gaza City. La 19enne era stata rapita nella base di Nahal Oz lo scorso 7 ottobre.