TEL AVIV – Prosegue l’offensiva dei carri armati di Israele, che nella mattina del 4 dicembre hanno raggiunto la cittadina di Khan Younis, nel sud della Striscia di Gaza. A coprire l’avanzata, i bombardamenti notturni che, secondo quanto riportano le forze di difesa israeliane, avrebbero colpito 200 strutture del gruppo armato palestinese. Sono 13 le vittime palestinesi della scorsa notte. L’Unicef sottolinea l’elevata intensità del numero dei razzi caduti: “Nel sud della Striscia – ha affermato il portavoce dell’organo Onu, James Elder – “le bombe cadono ogni 10 minuti, e l’ospedale al-Nasser di Khan Younis è una zona di guerra”. Con la ripresa degli scontri, gli Stati Uniti aumentano il pressing su Tel Aviv affinché cambi strategia e tuteli i civili palestinesi.
Il processo Netanyahu
Intanto riprende il 5 dicembre il processo al premier israeliano Benjamin Netanyahu. Dopo la lunga sospensione di due mesi e mezzo dovuta all’operazione di Hamas del 7 ottobre, il processo per corruzione al primo ministro Netanyahu noto come “caso 4000” può riprendere. Stando alla normativa israeliana il processo era stato rinviato a causa del procedimento d’emergenza, che dà priorità soltanto ai casi più urgenti. Secondo agli atti del processo, il premier è accusato di aver corrotto i vertici della società di telecomunicazioni Bezeq, ex proprietaria del sito d’informazione Walla!, tra i più famosi siti internet in Israele, affinché desse di lui un’immagine positiva. Levata di scudi da parte del partito di Netanyahu, il Likud, per cui la ripresa del processo è una “disgrazia senza precedenti”. Bibi è ai minimi storici per popolarità, e anche le famiglie degli ostaggi richiedono di tornare a trattare con Hamas per il loro rilascio, minacciando di aumentare il volume delle proteste.
Oltre Gaza e Israele: il fronte del Mar Rosso
Mentre sul campo di Gaza l’esercito israeliano continua a conquistare terreno, le milizie Houthi – gruppo armato sciita yemenita finanziato dall’Iran – tentano di sabotare le forze navali americane. Nel pomeriggio del 3 dicembre, la USS Carney, nave da guerra della marina statunitense di stanza nel Mar Rosso, insieme a tre mercantili, sono stati attaccati senza successo con missili balistici e droni durante un’operazione di soccorso. “I missili Houti – spiegano alcuni funzionari della difesa americana – hanno cominciato a bersagliare diverse navi commerciali, causando una minaccia diretta al commercio internazionale e alla sicurezza marittima”.