L’aviazione israeliana ha condotto la scorsa notte un attacco aereo a degli obiettivi militari iraniani in Siria, intimando alle autorità di Damasco di non interferire. Si tratta di un caso unico, in quanto Israele non aveva mai ammesso operazioni militari nella vicina Siria. L’attacco arriva dopo che l’Iron Dome, il sistema di difesa antimissili israeliano, aveva intercettato un razzo di produzione iraniana lanciato contro una località sciistica sul monte Hermon, nelle alture del Golan.
“L’Iran è impaziente di combattere il regime sionista e di eliminarlo dalla Terra”. Lo ha dichiarato il comandante dell’aeronautica di Teheran, il generale Aziz Nasirzadeh, dopo gli attacchi aerei di Israele nel territorio siriano. Pronta la risposta del premier israeliano Benyamin Netanyahu, che afferma “l’impossibilità di ignorare le dichiarazioni di Teheran sulla sua intenzione di distruggerci così come sostenuto dal comandante dell’aviazione iraniana”. Secondo Netanyahu Israele “non può soprassedere anche agli atti di aggressione dell’Iran e ai suo tentativi di rafforzarsi militarmente in Siria”.
La reazione da parte dell’esercito siriano non si è fatta attendere. Le forze armate hanno distrutto oltre trenta missili provenienti da Israele. A riferirlo è il Ministero della Difesa russo. Sempre da Mosca arriva la notizia che l’aeroporto di Damasco ha subito danni parziali a seguito dei bombardamenti israeliani in Siria. Lo riporta il Centro di Controllo di difesa nazionale del ministero della Difesa russo.
Il bilancio delle vittime del raid israeliano è al momento di undici morti tra militari e miliziani. Israele, secondo l’Ondus, ha colpito varie installazioni militari iraniane vicino all’aeroporto di Damasco. Per l’Osservatorio si tratta del raid più potente degli ultimi anni compiuto da Israele in Siria.