Benyamin Netanyahu è stato incriminato per corruzione dal Procuratore generale di Israele, Avichai Mandelblit, in una delle inchieste che lo hanno travolto. Confermate anche le accuse di frode e abuso d’ufficio. Ora Netanyahu rischia 10 anni di carcere.
Il primo ministro uscente è al centro di tre diverse indagini: il Caso 1000 per regali ricevuti da facoltosi uomini d’affari, il Caso 2000 in merito ai suoi rapporti con l’editore del quotidiano israeliano Yediot Ahronot Mozes e il Caso 4000 che riguarda l’affaire Bezez-Walla, sui rapporti intercorsi tra il 2012 e i 2017 tra Netanyahu, all’epoca ministro delle comunicazioni, ed il mogul Shaul Elovitch della compagnia di tlc Bezeq, proprietaria del sito di informazione Walla.
Si tratta della prima volta nella storia di Israele che un primo ministro subisce accuse simili durante il suo mandato. Da parte sua Netanyahu ha fatto sapere che non intende dimettersi e che sospetta un golpe nei suoi confronti. “C’è un tentativo di ribaltamento di potere nei confronti del primo ministro” ha replicato.
Dall’Italia arrivano le parole di solidarietà del leader della Lega Matteo Salvini, ospite negli studi di Unomattina: “Giù le mani da Israele: esprimo la mia solidarietà a Netanyahu vittima di una macchinazione che vede di mezzo la stampa e qualche magistrato per farlo fuori, mi auguro che continui a essere premier”.