È stato presentato oggi al Senato il rapporto annuale dell’Ispra, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, che si occupa della qualità dell’ambiente urbano. Tra i vari fattori esaminati dall’istituto c’è quello che riguarda il superamento del livello delle polveri sottili, le Pm10, nelle 120 maggiori città italiane. A registrare il risultato meno positivo è Brescia, che per 87 giorni ha superato il livello massimo consentito. A seguirla Torino e Lodi, con 69 infrazioni. Ma il trend delle concentrazioni è comunque in diminuzione rispetto al passato.
Un’ulteriore ricerca statistica ha invece sottolineato la presenza di voragini nelle stesse città. La maglia nera, in questo caso specifico, spetta a Roma, che dal 1960 a ottobre del 2018, come riportato nel rapporto e come si può evincere dalla mappa sottostante, presenta 1325 “sinkholes”, nome tecnico con cui si indicano i fenomeni di sprofondamento del suolo indotti dalle attività umane. Al secondo posto c’è Napoli, con 648 voragini; sul podio anche Cagliari, che ne presenta 131. Il fenomeno è caratteristico del Sud Italia e interessa solo in parte la zona settentrionale della penisola. La prima città del Nord che troviamo nella classifica è Torino con 25 sprofondamenti. I rilevamenti per queste ultime città si sono fermati ad agosto 2018.
Sull’argomento, l’Ispra ha effettuato un approfondimento sulla situazione di Roma e Napoli, cercando di capire non solo le zone delle due città maggiormente interessate, ma anche l’origine di questi fenomeni. A Roma, che ha registrato 136 casi di voragini in un solo anno, l’origine è dovuta a delle cavità sotterranee che presentano una fitta rete di gallerie e cunicoli che mettono in pericolo la sicurezza della città. Le aree a maggiore rischio sono Tuscolano, Prenestino, Centocelle, Appia Antica e Tiburtino, seguite da San Giovanni Labicano e la zona della Flaminia Cassia (Grafico 1).
Fonte Ispra
A Napoli, nel 2018 le voragini sono state 14, meno della metà rispetto al picco del 2016 (32). Le cause sono da riscontrare prevalentemente nelle forti piogge, nelle perdite delle reti idriche o nell’infiltrazione delle acque meteoriche. Le zone più colpite sono quelle del centro storico e causano a loro volta crolli di abitazioni civili e danni alle infrastrutture (Grafico 2).
Fonte Ispra