Una minorenne italiana di 17 anni è stata fermata dalla polizia turca ad Adana, capoluogo dell’omonima provincia al confine con la Siria. Il fatto risalirebbe a due settimane fa, ma la notizia ha fatto il giro dei media soltanto ieri ed è stata confermata dalla Farnesina, che in queste ore sta lavorando di concerto con le autorità turche per rimpatriare la giovane. In realtà la ragazza, in possesso di passaporto italiano, non risiede in Italia bensì in Francia, dove vive nella periferia di Parigi insieme alla mamma, di origini piacentine, e al padre, di nazionalità tunisina.
Al momento alla minorenne non è stato contestato alcun reato o alcuna intenzione di commeterne ma non è stato neanche escluso che intendesse recarsi in Siria per unirsi alla causa dello Stato Islamico. La ragazza è stata infatti trovata in un appartamento che veniva di solito utilizzato come alloggio per ‘foreign fighters’ intenzionati a varcare il confine e a combattere per il Califfato. Al momento del fermo la giovane condivideva la casa con quattro francesi, un indonesiano, un saudita, un tedesco, un egiziano e un tunisino. Il l padrone di casa, invece, è stato arrestato con l’accusa di gestire un traffico di combattenti internazionali candidati ad arruolarsi nelle truppe del “Califfo”. Le autorità turche lo accusano di aver affittato locali anche a nove algerini e quattro marocchini, arrivati in Turchia per unirsi all’Isis. Oltre ad alloggiarli, l’uomo era la loro guida e probabilmente anche il loro tramite con i reclutatori in attesa dall’altra parte del confine, in Siria.
Ma c’è di più: stando a fonti giornalistiche i genitori della giovane, avvisati della situazione della figlia e dopo essere stati rassicurati sulle sue buone condizioni fisiche, non si sarebbero voluti spostare, restando a Parigi. La ragazza invece avrebbe rifiutato di essere espulsa ma la magistratura turca avrebbe già respinto il suo ricorso.
Mario Di Ciommo