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Isis, quindici i cristiani assassinati e in Iraq devastato un museo. Svelata l’identità del boia

di Maria Lucia Panucci27 Febbraio 2015
27 Febbraio 2015

Isis11Il terrorismo islamaico non si placa. Quindici cristiani, tutti giovani sono stati assassinati in Siria e sarebbero almeno 350 gli ostaggi in mano alle milizie. In Iraq è stato anche devastato un museo ed ora il boia delle decapitazioni, quella sagoma nera che ha ucciso molti giornalisti occidentali, ha un volto.
Il vero nome di Jihadi John, il boia dello Stato islamico, è Mohamed Emwazi, un ragazzo di 27 anni, nato in Kuwait ma cresciuto a Londra. A rivelarlo è stato il “Washington Post”, citando fonti di Scotland Yard. Il giovane killer mascherato di nero è laureto in informatica e cresciuto in una famiglia borghese. E’ apparso per la prima volta nel video di esecuzione del giornalista americano James Foley, rapito il 22 novembre 2012 nel nord-ovest della Siria mentre stava seguendo i drammatici sviluppi della guerra in corso on quel paese.
Si pensa che Emwazi sia arrivato in Siria per unirsi all’Isis nel 2012 ma era già noto all’anti-terrorismo britannico dal 2010 quando venne arrestato per legami sospetti con i jihadisti somali Shabaab, affiliati ad Al Qaeda. La polizia gli prese le impronte digitali e lo perquisì, inserendo poi il suo nome nella lista dei terroristi sotto controllo. Inoltre gli vietò la possibilità di espatrio e, quindi, di un ritorno in Kuwait.
Nel quartiere dove ha vissuto il giovane, tutti si dicono sorpresi. Chi lo ha conosciuto, lo descrive come una persona dai modi gentili, che seguiva la moda occidentale pur aderendo alla fede musulmana. “Aveva la barba e faceva molta attenzione quando incrociava gli occhi di una donna”, ha raccontato un suo conoscente. Londra e Washington non commentano la notizia. “Il governo Usa prosegue le indagini sull’uccisione di cittadini americani da parte dell’Isis – si legge in una nota della Casa Bianca – Non siamo nella posizione di confermare o smentire l’identità di quest’uomo”.
Intanto si fa sempre più pesante il bilancio dell’attacco dei terroristi dell’Isis ai villaggi cristiani nella valle del Khabur. Secondo quanto confermato da padre Youkhana sarebbero15 le persone assassinate, rimaste a difendere le loro case e le proprie famiglie, mentre sale a 350 il numero degli ostaggi rapiti e portati sul monte Abd al Aziz.

Ma le notizie di terrore non si fermano qui. I miliziani dello Stato islamico hanno diffuso un video che li mostra intenti a distruggere decine di statue in un museo di Mosul, a nord dell’Iraq. Opere antichissime e dal valore inestimabile, cancellate per sempre dalla storia. Tra i reperti fatti a pezzi ci sarebbero anche le statue di Hatra, città fondata in epoca ellenistica nel III secolo a.C., nella regione irachena della Jazira. L’archeologa Lamia al Gailani parla di “un danno incalcolabile”. “Quello che è stato distrutto non era solo patrimonio dell’Iraq ma del mondo intero”.

Maria Lucia Panucci

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