Un “lupo solitario” si definiva il 22enne egiziano appartenente all’Isis che è stato arrestato stanotte in un blitz antiterrorismo effettuato dai Nocs. Il provvedimento di custodia cautelare a cui è stato sottoposto il militante islamico è stato emesso dal gip de L’Aquila, la città dove è iniziata, più di un anno fa, l’indagine degli investigatori.
L’accusa è di associazione con finalità di terrorismo internazionale, istigazione e apologia del terrorismo. A sostegno dell’indagine preventiva contro potenziali cellule terroristiche, una serie di intercettazioni che l’intelligence italiana ha acquisito monitorando gruppi WhatsApp e Facebook usati da islamici. Nel corso dell’investigazione la Dda ha acquisito decine di file audio scaricati dal giovane contenti inni jihadisti e sermoni di imam radicali in cui si esaltava il martirio e si ribadiva l’odio nei confronti dell’occidente.
“Sono pronto a combattere e a fare la guerra”. Sono queste le parole ascoltate dagli investigatori della Polizia durante le intercettazioni. A riprova di ciò l’uomo esaltava il suo addestramento militare ricevuto per portare avanti la jihad.
Nelle ultime ore altri due indagati si aggiungono all’inchiesta della Polizia. Si tratta un 21enne e un 23enne, anche loro egiziani che, sulla scorta delle prove acquisite, avrebbero svolto attività di propaganda per l’Isis. Nei loro confronti è stato emesso un provvedimento di espulsione da parte del ministro dell’Interno, anche se uno dei due al momento risulta irreperibile.
Le indagini, dirette dalla Dda de L’Aquila con il coordinamento della Procura nazionale antimafia e antiterrorismo, sono state condotte dalle Digos della città abruzzese oltre a quelle di Teramo, Piacenza e Milano. A coordinare i reparti sono stati l’ufficio per il contrasto al terrorismo esterno dell’Antiterrorismo e il servizio della Polizia Postale.